A mio parere, si sottovaluta l’humus politico, culturale e ideologico su cui si sviluppano stragi orribili come quella di Christchurch.
È un fenomeno mondiale preoccupante, grazie alla rete informatica. Mentre percepiamo la gravità del fenomeno estremistico, fanatico e terroristico islamico, non cogliamo appieno quanto siano subdole, parole d’ordine, tesi e definizioni politiche di eventi e processi che finiscono per alimentare una spirale di violenza cieca e tribale. La tesi del potere bianco, della supremazia bianca, del “suprematismo bianco” sono state pagate a caro prezzo dalle popolazioni aborigene dell’Australia e dai Maori della Nuova Zelanda e le ferite della colonizzazione non sono state ancora rimarginate. Oggi, 17 marzo, ricorre la data, nel 1992, di abolizione dell’apartheid in Sudafrica.
Nella comunità degli uomini, le parole, le affermazioni, le asserzioni, i discorsi, le frasi contano e spesso sono pesanti più delle pietre e possono cambiare la vita di milioni di persone. Per questo, chi fa politica, deve avere una attenzione particolare anche al linguaggio, se non vuole essere frainteso. Oppure il tentativo di acchiappare un po’ di voti, facendo proprie tesi assurde, “sdoganando” parole gravi, può portare a conseguenze tragiche.
Il diritto di migrare è un valore, un principio della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, ed ovviamente si può avere una politica contraria alla immigrazione incontrollata, si possono – e a mio parere – si devono organizzare flussi certi e legali di migrazione. Ma parlare di invasione, seminare l’idea che il Paese è invaso dai migranti è del tutto fuori luogo perché non corrisponde assolutamente alla verità. In Italia gli immigrati, la stragrande maggioranza dei quali lavorano legalmente e pagano le tasse, sono il 6,7% della popolazione residente, contro l’8,5% della Francia, l’8% della Germania, il 9,9% dell’Austria e l’11% della Svezia. E non è vero che li prendiamo tutti noi: nel 2018 in Germania ci sono stati 161.900 migranti, in Francia 110.500, in Spagna 52.700, in Grecia 65.000 e in Italia 49.200. La Germania ospita un rifugiato su tre di tutta l’Unione europea.
Purtroppo alle volte escono frasi che starebbero bene in bocca a quelli dell’”internazionale suprematista”: “Al governo normeremo ogni presenza islamica nel Paese. Esattamente come in tempi non sospetti ha sostenuto Oriana Fallaci, siamo sotto attacco, sono a rischio la nostra cultura, società, tradizioni, modo di vivere. E’ in corso un’invasione, a gennaio sono ripresi anche gli sbarchi. Il colore della pelle non c’entra niente e c’è un pericolo molto reale: secoli di storia che rischiano di sparire se prende il sopravvento l’islamizzazione finora sottovalutata”. Parola di Matteo Salvini nel gennaio 2018.
Qui ritorna la tesi bugiarda dell’invasione, insieme ad un’altra fandonia: l’islamizzazione. Dal 2000 ad oggi, gli immigrati in Italia sono per il 53% cristiani e solo un terzo degli immigrati sono mussulmani. Ma non contento ieri ha dichiarato che “L’unico estremismo che merita di essere attenzionato è quello islamico”. In campagna elettorale , abbiamo sentito esponenti leghisti, animati da sacro fuoco salvinista, parlare anche di scomparsa della razza bianca: la teoria del ricambio demografico ! Non a caso, nei sondaggi, quelli che non si offendono ad essere chiamati razzisti passano dal 7% di qualche tempo fa al 34% degli intervistati di oggi. Ed è su questo fronte che una forza alleata alla Lega, come Forza Italia, dovrebbe far valere i suoi principi liberali e moderati, temperando le posizioni spericolate e di estrema destra della Lega salviniana. Certo, che se FI scivola sulle “cose buone fatte da Mussolini”, non fa che portare voti alla Lega e suicidarsi.
“Ci troviamo di fronte a un bivio, tra la violenza e la pace, la convivenza e la tolleranza” – ha detto il presidente Sergio Mattarella – condannando “le parole d’odio che generano una spirale distruttiva”.
Per questo bisogna certo fare attenzione estrema al fanatismo religioso, al fondamentalismo islamico, non solo quello violento e terrorista, ma anche a quello formato da chi “sente di avere una missione da compiere: ricondurre e ridurre le ragioni della politica alle ragioni della verità assoluta.” Ma nel contempo dobbiamo prestare attenzione a tutti i fenomeni, che trovano origine nel fanatismo politico, nel fascismo e nel neonazismo, nella xenofobia, nel razzismo, nel “potere bianco”, nell’antisemitismo, nel pregiudizio e nella discriminazione contro lo straniero e la persona di colore.
Non si può aspettare e protestare a fatti compiuti: è bene che in tutti i Comuni vengano formati dei “comitati civici”, con la partecipazione di tutte le forze politiche, delle forze sociali e culturali, “per l’integrazione, contro il fanatismo”.
Essi da una parte debbono promuovere politiche attive per la integrazione, “senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”, come detta la Costituzione, basate sul rispetto dei diritti e dei doveri di ciascuno. D’altra parte, è necessario vigilare e segnalare ogni episodio, espressione, atto o iniziativa che possa dare adito a manifestazioni di razzismo, di intolleranza e di discriminazione.
Per aiutare le forze dell’ordine a prevenire e reprimere ogni azione eversiva della civile convivenza, più che mai, oggi, la società italiana tutta deve essere chiamata a isolare qualsiasi rigurgito, qualsiasi espressione esasperata e intollerante, politica o religiosa.
Fermezza sui diritti e doveri e generosità economica e sociale sono le qualità di un Paese civile ed solidale, aperto e progredito.
Luigi Corbani
È un’analisi lucida e condivisibile!