La “Grande Milano” dovrebbe promuovere un coordinamento generale tra tutte le università per realizzare servizi adeguati (alloggi, trasporti, accesso gratuito alle attività culturali) per gli studenti, in modo anche di proporsi come la città “universitaria” per i paesi dell’Africa, dell’America Latina, del Medio Oriente, del Mediterraneo per la formazione delle classi dirigenti future.
In questo senso anche l’appoggio dei Ministeri della Università e degli Esteri potrebbero lavorare insieme alle università lombarde e alle istituzioni comunali e regionali per fare della nostra regione un punto di riferimento per la formazione universitaria e post-universitaria che favorisca anche nuovi rapporti internazionali dell’Italia, in specie con l’Africa e i Paesi del Mediterraneo.
E i progetti già avviati per la “Città della ricerca” dovrebbero essere adeguatamente sostenuti nel futuro, anche dal punto di vista delle attività culturali. Penso ad eventi ricorrenti sulla ricerca scientifica e tecnologica, sullo stato della scienza, dell’architettura, della medicina, della chimica, della fisica, delle arti, eventi in cui, anche da remoto, si confrontano le esperienze di tutto il mondo nei diversi campi.
Un ripensamento della rete di formazione dovrebbe essere un punto decisivo della Milano del prossimo futuro. Il necessario incremento della occupazione femminile comporta uno sviluppo dei servizi formativi, asili nido e scuole materne, scuole elementari e medie a tempo pieno.
Così come una formazione più efficace delle giovani generazioni comporta una riduzione del numero degli allievi per classe, il che, insieme alla ristrutturazione o all’abbattimento di scuole energeticamente deficitarie e strutturalmente inadeguate richiama l’esigenza di un piano “formazione”, che coinvolga tutte le istituzioni, locali e nazionali, in uno sforzo comune per fare della Grande Milano e della Lombardia un grande e prestigioso laboratorio di produzione educativa e culturale.
Luigi Corbani
(articolo pubblicato sul Giorno 4 luglio 2021)