Oggi, mercoledì 27 Ottobre 2021. sul Corriere della Sera, nella rubrica “la letterari Giangiacomo Schiavi” è stata pubblicata una mia lettera.
Caro Schiavi,
nel 2017 è stato chiuso il Cinema Apollo per far posto all’Apple store. Veniva così a mancare un presidio culturale importante, nel centro di Milano, per promuovere una forma d’arte che ha avuto il suo debutto proprio a Milano, nel marzo del 1896 in Corso Vittorio Emanuele al Teatro Milanese. Ora, circola la voce che – nel «Palazzo del Toro» di piazza San Babila – progettato dall’architetto Emilio Lancia, compagno di studio di Giuseppe De Finetti e Giovanni Muzio – il Teatro Nuovo (una bella storia già nel suo nome) stia chiudendo definitivamente e che la proprietà stia pensando a un’altra destinazione, commerciale. Questa eventuale chiusura del Teatro Nuovo sarebbe un colpo alla storia di Milano, pensi a cosa ha rappresentato Remigio Paone (troppo dimenticato da questa città, a volte molto ingrata), per il teatro e la musica con la sua gestione del Nuovo dal 1938 al 1977 e poi dopo, agli spettacoli organizzati da Franco Ghizzo (il primo a fare musical).
È ovvio che ci siano operazioni economiche private che pensano che sia più lucroso dare gli spazi ad altre attività che non a quelle culturali. Scelte legittime, certo, ma il Comune dovrebbe essere più attento a conservare e favorire le attività culturali, che hanno fatto grande Milano. Una città ricca produce tante attività culturali (sottolineo, attività) che a loro volta danno alla città un valore aggiunto che contribuisce alla produzione, creativa, materiale e immateriale.
Io spero e mi auguro che il Comune non dia nessun cambio di destinazione d’uso e che quindi quello spazio rimanga destinato a teatro. Sarebbe triste avere il centro destinato quasi esclusivamente a “shopping&food&beverage district”, (adesso va di moda l’inglese, in attesa del cinese).
Luigi Corbani
Caro Corbani,
di questi tempi è meglio mettere le mani avanti per evitare che Milano cannibalizzi se stessa, dopo San Siro non si sa mai… Il teatro Nuovo è un po’ malconcio e alle prese con una programmazione difficile, ma resta un distintivo prezioso per la città. Le voci da lei evocate portano a ipotizzare uno sbarco di Harrod’s a Milano, ma siamo ancora ai preliminari. Per ora c’è che l’11 novembre il teatro ospiterà le prove dello spettacolo di Massimo Dapporto, regia di Andrée Ruth Shammah: silenzio sul resto. Ma con la riapertura del Lirico, il Nuovo dovrebbe distinguersi: ogni teatro deve avere una sua fisionomia, direbbero Paone e Grassi, due che se ne intendevano un po’.
Giangiacomo Schiavi
Speriaml che non ci mettano un spermercato Slunga. Di questi tempi…