Il 15 novembre di due anni fa, moriva il mio carissimo amico Luis Bacalov: forse la Rai (e non solo) avrebbe potuto ricordare un personaggio e un grande musicista come Luis.
Fu una carissima amica, Grazia Fallucchi, a farci incontrare e da quel momento abbiamo avuto una assidua frequentazione. Era bello stare insieme perché con Luis si poteva parlare di tutto, di musica, di cinema, di teatro, di politica, di problemi sociali: e mi raccontava dell’Argentina, delle madri di Plaza de Mayo, dei desaparecidos. Mi ricordava il suo grande maestro di pianoforte, Vincenzo (Vicente) Scaramuzza, calabrese, allievo di Giuseppe Martucci e diplomato al Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli, che si trasferì a Buenos Aires nel 1907 e aprì una scuola, da cui uscirono Enrique Barenboim, Martha Argerich, Bruno Leonardo Gelber, Horacio Salgan.
Nel quarantennale della morte di Vincenzo Scaramuzza, nel 2008 Martha Argerich volle ricordare il suo maestro con un concerto in Auditorium con un altro pianista argentino Nelson Goerner e la direzione di Pedro Ignacio Calderòn: venne eseguito il Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 di Giuseppe Martucci e il Concerto per pianoforte e orchestra n. 3 in Do maggiore op. 26 di Sergej Prokof’ev.
Mi raccontava del tango, dei gruppi cha andavano in giro a suonare, di Piazzolla, di Lalo Schiffrin (l’autore della colonna sonora di “Mission impossible”, tanto per dirne una), della sua vita in Colombia, poi in Spagna e poi a Parigi e l’approdo infine a Roma, in Italia, che era davvero la sua seconda patria. E qui aveva scritto tanta musica “leggera”, per il cinema, per la tv e per le sale da concerto. Ed è infinito l’elenco dei cantanti e dei registi che si sono avvalsi della bravura di Bacalov. Basti qui ricordare che, quando scomparve Nino Rota, Federico Fellini chiamò Luis Bacalov per “La città delle donne”.
La cosa bella di Luis era anche il legame con gli argentini, con quelli che vivevano in Italia e a Parigi: una serata indimenticabile (nel dopo concerto, fino a notte fonda, c’era anche un’altra grande pianista Lilya Zilberstein) fu quella del giugno 2015 a Lugano in cui nell’ambito del “progetto Argerich” venne eseguito un brano di Luis per due pianoforti e orchestra: ”Latitud 34°36’30 (Porteña)” con Martha appunto e Eduardo Hubert, che lo replicarono per l’inaugurazione del Centro Cultural Kirchner di Buenos Aires. E con Luis e Marina, la sua affettuosa compagna, volevamo andare assieme a Buenos Aires: purtroppo la malattia ha colpito.
Avevamo ancora tanti progetti da portare avanti, anche se ne avevano fatti già moltissimi. In particolare, avevamo con gli anni, realizzato un intento: quello di promuovere la musica da film e il tango, e farli diventare programmi da stagione sinfonica. Ci eravamo lanciati anche in sfide importanti: come quello di fare nel pieno di agosto un festival Tango, e fare in modo che la gente ballasse in largo Mahler proprio nella serata di Ferragosto.
Ha fatto tante cose per la Verdi: due mi preme ricordare: il “concerto per pianoforte e orchestra” scritto per Simone Pedroni e l’opera in musica “Barbatelle ovvero Una di vino commedia”, tratta da un testo di Carlo Cignozzi, l’uomo che fa sentire Mozart alle vigne, che produce Brunello a Montalcino al Paradiso di Frassina. E Bacalov, con il libretto scritto da Carlo Cignozzi e Franca Verducci, con la sua supervisione, ha fatto un’opera “mozartiana” sul tema del vino : una cosa unica, che varrebbe la pena riprendere.
Luis ha fatto tante cose importanti per la musica in Italia, e val la pena di ricordarlo non solo per l’Oscar del “Postino”. Bacalov è stato nominato all’Oscar anche per “Il Vangelo secondo Matteo” di Pier Paolo Pasolini (1964). Ha composto una stupenda “Misa Tango” eseguita per la prima volta dall’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, diretta da Myung Whun Chung e dal Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, diretto da Ciro Visco, con le voci di Ana María Martínez e Plácido Domingo, e con il bandoneon di Hèctor Ulises Passarella. Se vi va, tsentitelo su “Spotify”: c’è “Tangosain” di Bacalov e due orchestrazioni fatte da Luis di “Adios Nonino” e “Libertango” di Astor Piazzolla.
Luis, ebreo, di origine bulgara, aveva composto anche una Messa per Madre Teresa di Calcutta, che volevamo fare per il ventennale della morte del Premio Nobel. Ma le cose sono andate diversamente.
Un grande abbraccio a Marina.
Luigi Corbani
(venerdì 15 novembre 2019)
https://open.spotify.com/album/2rpIk15VYQ16Shs9BUQ1Li
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Marina, querida, los mejores recuerdos de Luis q compartimos… 💚🎹🎼
Ho avuto la meravigliosa opportunità di lavorare con Luis Bacalov nella composizione di canzoni per bambini. Incredibile la sua fantasia e creatività anche in questo campo. Era una festa lavorare con lui!
Grazie Luigi per questo bellissimo e vivo ricordo di Luis. E tu sai che per gli Argentini l’amicizia e gli amici sono come la famiglia. Sarà sicuramente “un legato” della immigrazione (italiana, spagnola, ebrea) nelle terre del Sudamerica, ma che oggi custodiamo come un grande tesoro.
Grazie caro Luigi, bellissimo il tuo ricordo, Luis un genio Totale, ci manca tanto tanto tanto, un abbraccio a Marina e uno forte a te per queste parole .Carlos Branca