Forse si sottovaluta quello che sta avvenendo nel profondo della società italiana e nelle zone di emarginazione, che sono tanto vicine che alle volte di esse non ce ne accorgiamo neanche. È di questi giorni la notizia dell’arresto di alcuni delle bande dei trapper, autori di tanti episodi di violenza bestiale che gli stessi protagonisti mettevano sui social.
“È la spettacolarizzazione” delle azioni criminali di cui parla il gip Guido Salvini nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere…Un’escalation di provocazioni verbali e aggressioni fisiche che vede come protagonisti giovani e giovanissimi “chiusi nella trappola emarginazione-devianza” e che in alcuni tratti ricorda “i tumulti che avvengono nelle banlieue francesi”, riflette ancora il giudice. Il ring è Milano, crocevia di gruppi che arrivano da altre province e patria di gang nate e cresciute nelle periferie degradate. Ed è proprio in una di queste, a San Siro, che il fenomeno si mostra per la prima volta il 10 aprile 2021: in 300 si ritrovano in strada, su convocazione di Neima Ezza e Baby Gang, per partecipare a un videoclip; quando arriva la polizia, scatta il lancio di sassi e bastoni al grido di “Andatevene, è zona nostra”. Così scrive Nicola Palma su “Il Giorno”
Degrado sociale e civile spesso si accompagnano al degrado urbanistico ed edilizio delle nostre periferie. La bruttezza di certe zone di periferia non si compensa con gli scintillanti e baluginanti grattacieli del centro, Anzi spesso queste oasi di lusso, di vetro e cemento, tanto anonimi, quanto conformistici nella loro ripetitività globalizzata, sono l’emblema delle divisioni di classe e di condizione civile e sociale, delle disparità e delle disuguaglianze sociali che si allargano, che aumentano a dismisura.
E nei moderni ghetti delle periferie, la mancanza di presenze democratiche (partiti, associazioni, centri culturali, oratori, ecc), come di servizi sociali e culturali, fanno venir meno anche presidi sociali e di educazione al senso civico, alla comunità, che si basa su regole e norme di comportamento, anche di educazione e di rispetto verso gli altri e verso i beni pubblici. C’è un problema di presenza delle forze dell’ordine, e c’è una questione più di fondo, che riguarda il senso di una comunità sociale, la coscienza civile di un Paese.
E mi ha fatto specie, di fronte al terribile e mostruoso fatto di Civitanova Marche, leggere due twitter.
Uno (Marco Cattaneo) che scrive “Siamo arrivati qui. Che mentre uno ammazza una persona per strada a mani nude altri fanno il video col telefonino. Nessuno interviene. Nessuno. Mi sono finite le parole”.
E l’altro (Corrado Formigli) che scrive: “Nigeriano invalido massacrato a bastonate da un italiano a Civitanova Marche. Attendiamo post indignati di Matteo Salvini e Giorgia Meloni”
Il primo ha colto un dramma nel dramma: nessuno è intervenuto a salvare la vita di una persona.
L’altro, giornalista de la7, si preoccupa di volgerla in politica, come se nella fattispecie la dichiarazione di Salvini e Meloni fosse la cosa più importante, lasciando intendere che l’assassinio è il frutto di una campagna xenofoba, contro gli immigrati: “ il nigeriano” e “l’italiano”. In realtà dietro una domanda che vuole essere di “sinistra” e chiamare in causa il centrodestra, offre su un piatto d’argento alla Meloni la possibilità di una risposta netta e di denunciare la strumentalizzazione politica di una vicenda tragica.
Mi dicono che questo Formigli ha successo su la7; io non seguo questi talkshow che sono l’emblema della politica presentata come rissa per fare audience pubblicitaria, della superficialità presentata come informazione “oggettiva” , del dibattito come ripetizione di luoghi comuni o di visioni strategiche inverosimili, di autorevolezze inesistenti dei soliti, insulsi (salvo eccezioni, limitate) personaggi di un mediocre circo mediatico-politico. Le posizioni di Salvini e Meloni contro gli immigrati si alimentano e a loro volta alimentano la xenofobia e il razzismo di questo Paese. Mi fanno ribrezzo costoro, i Salvini e le Meloni, che cercano consensi facili, sposando l’anima reazionaria di una parte del Paese, che esiste e che non è tanto limitata, purtroppo.
Ma questa anima reazionaria si combatte non con la faciloneria delle domande inutili, ad uso di un facile consenso della “sinistra dura e pura” (con attico) , ma con una politica di integrazione, nella società italiana, ragionata e seria e di immigrazione, legale e autorizzata, coinvolgendo gli imprenditori agricoli, industriali, dei servizi, che si lamentano della scarsità della mano d’opera. Questo in dieci anni di governo (salvo la parentesi dell’anno giallo verde di Conte Salvini) la sinistra a mio parere doveva fare. E invece siamo ancora ai barconi. E non basta buttare là lo “ius scholae”, mentre c’è una maggioranza di unità nazionale, con la destra conservatrice e reazionaria che incrementa i suoi consensi.
E per di più mentre, al Nord e al Sud, ci sono vaste aree di schiavitù, nell’agricoltura, nell’edilizia, nei servizi, nell’industria. O ci sono vaste zone di illegalità, in nero, come nei servizi alla persona.
Non si è fatto un passo in avanti sulla immigrazione non solo con l’Europa, ma con i Paesi africani, (neanche con accordi bilaterali) perché l’Italia non ha una politica estera da decenni. Non ha una politica del Mediterraneo: tutt’al più chiediamo ai libici o ai turchi (dietro lauti compensi, leciti e illeciti) di frenare i flussi immigratori.
E per carità, è giustissimo dare tutte le opportunità di ingresso agli ucraini, vittime di una guerra di aggressione, e giustamente abbiamo accolto (peraltro, non sempre bene) 60.000 ucraini.
Ma ai 30.000 africani, siriani, afghani, iraniani, pakistani, ecc. che hanno dovuto attraversare il mare, a loro rischio e pericolo, che effetto fa una disparità di trattamento così evidente?
E a tutti quei Paesi dell’Africa, del Medio Oriente e dell’Asia, che hanno guerre, carestie, fame, povertà, cosa riserviamo nel momento in cui (anche perché la domanda europea farà aumentare i prezzi dei beni in offerta) i prodotti energetici e alimentari aumenteranno di costo e Paesi poveri diventeranno più poveri?
Quando diventeremo adulti e comprenderemo che la festa non continuerà all’infinito ? Quando guarderemo davvero in faccia la realtà del mondo al di là dell’Europa, (l’Italia è piccola cosa nel mondo, senza l’Europa) e penseremo ad una politica per noi e per l’Europa che sappia dialogare davvero ed integrarsi con l’Africa, il Medio Oriente e l’Asia tutta? E non solo per l’approvvigionamento del gas. Per inciso, nessuno delle forze politiche di governo, tranne Renzi, ha difeso l’Eni dall’ aggressione della Procura di Milano per presunte tangenti nei Paesi dove adesso andiamo a chiedere il gas. Siamo un Paese meraviglioso!
“La colpa, caro Bruto, non sta nelle nostre stelle, ma in noi stessi” “Buona notte, e buona fortuna”
Luigi Corbani
(sabato 30 luglio 2022)
Caro Luigi, ti leggo spesso e sono sempre completamente d’accordo con te. Sarà grave?
Non credo proprio. Il fatto è che ci siamo, entrambi, vaccinati contro la stupidità e la riconosciamo subito. E purtroppo, questa sì che è una malattia grave e molto, molto diffusa.