137 tavoli di crisi. Questo il numero delle vertenze per crisi aziendali attive presso il Ministero per lo Sviluppo Economico che richiedono un intervento di mediazione o composizione da parte dello stesso Ministero. Si tratta di situazioni nelle quali migliaia di posti di lavoro sono complessivamente a rischio, ma nelle quali sono a rischio anche ampie porzioni di PIL nazionale e di coesione sociale.
Ebbene, il Ministro Luigi Di Maio ha deciso di licenziare il direttore responsabile dell’Ufficio di gestione delle vertenze di imprese in crisi. Si tratta di Giampiero Castano che dal 2007 ha gestito con efficacia, efficienza e successo tale ufficio con circa 10 diversi Ministri di ogni orientamento politico.
Castano, laurea in Economia e Commercio, già per molti anni sindacalista FIOM/CGIL (fino a diventare Segretario Nazionale) , poi direttore del personale di aziende importanti come Olivetti ed Engineering, è al Ministero per lo Sviluppo Economico, appunto, dal 2007. Qui ha gestito tutte le vertenze relative ad aziende in crisi, da quelle minime (che comunque comportano rischi e sofferenze per decine di lavoratori) a quelle massime tipo ILVA (che riguardava circa 20.000 lavoratori tra diretti e indiretti).
Tutte gestite con grande attenzione, professionalità, equilibrio e senso di responsabilità. Anche con la necessaria durezza, quando gli investitori non rispettavano gli impegni assunti verso i lavoratori e il Paese. Tutte gestite avendo come principale obiettivo la salvaguardia dei diritti dei lavoratori e la conservazione, e, se possibile, lo sviluppo della capacità competitiva del sistema industriale nazionale. Non lo scriviamo a caso. Lo scriviamo per riconoscimento unanime di chi ha trattato con lui in questi anni sia sul versante imprenditoriale, sia su quello sindacale, sia su quello degli amministratori locali. Lo scriviamo anche per testimonianza diretta.
Ora, il Ministro Di Maio ha deciso che la sua esperienza, competenza e sensibilità per la gestione di situazioni così difficili e complicate non serve più. Probabilmente, già dalla vicenda ILVA si era incrinato il rapporto fiduciario. Ma gli stessi protagonisti ricordano bene con quanta dedizione Castano aveva seguito tale vicenda, portandola a felice conclusione, e con quanta confusione, invece, l’aveva gestita il Ministro, mettendone a rischio in più occasioni la soluzione.
Non si sa con chi il Ministro vorrà sostituire Castano. Si dice con un ex parlamentare grillino non rieletto alle ultime elezioni. Non esprimiamo valutazioni pregiudiziali (anche se pensiamo al peggio).
Esprimiamo però una preoccupazione profonda. La stessa preoccupazione, evidentemente motivata, espressa da Marco Bentivogli, segretario generale della FIM che dice che al MISE non rispondono nemmeno più al telefono. È in atto lo smontaggio, pezzo a pezzo, della struttura professionale che regge il funzionamento dello Stato in settori delicatissimi. Questo sfugge all’opinione pubblica, offuscata da fake news e da fenomeni di distrazioni di massa (dall’alleanza con i “gilets jaunes”, alle campagne “NOTAV”, etc.), ma ha un impatto letale e duraturo sull’efficienza della Pubblica Amministrazione. Nel caso specifico, quello delle vertenze di aziende in crisi, parliamo di un settore che impatta direttamente sulla qualità della vita di migliaia di famiglie, come capita quando il diritto al lavoro è a rischio, e sulla tenuta del sistema industriale del Paese.
Ma il Ministro Di Maio, invece, si balocca con la carta del reddito di cittadinanza n. 1 e, come un cantastorie da fiera di paese, mostra cartelloni colorati per accarezzare l’ego del proprio elettorato (nonché il suo).
Intanto, siamo entrati in recessione (tecnica), le previsioni di crescita del PIL sono ridicole, l’imposizione fiscale aumenta sia sulle famiglie che sulle imprese, gli investitori nazionali ed esteri scappano.
Sveglia! Costoro ci portano rapidamente alla rovina!
Pepito Sbazzeguti