Vorrei segnalare ai nostri lettori un articolo che commenta i fatti del Senato e l’attuale situazione politica. Sabino Cassese su “la Repubblica” del 21 gennaio risponde alle domande di Eugenio Occorsio.
“L’esecutivo ha voluto la prova di forza e in questo modo si è indebolito, perché ora sarà legato a una macchina che lo tiene in vita”
“Si sta come
d’autunno
sugli alberi
le foglie”
Il riferimento è alla poesia “Soldati” di Giuseppe Ungaretti, scritta nel luglio 1918, mentre era militare in trincea nel bosco di Courton (in Francia, nella Marna): l’idea della precarietà della vita dei soldati e in questo caso del governo Conte.
Cassese aggiunge che Conte ha avuto “molteplicità di indirizzi nei tre governi presieduti: populista, antieuropeista e antiparlamentare; poi parlamentarista ed europeista, E attendiamo ora la terza incarnazione. Se si passa però dalle dichiarazioni alla lettura dei provvedimenti, c’è continuità lungo tre linee: corporativa, spartitoria e di accollo dei costi alle future generazioni.”…
“Come ha stabilito di recente la Corte Costituzionale, prevenire la diffusione della pandemia era compito statale. Invece a Palazzo Chigi hanno proceduto alla giornata, talora lasciando fare alle Regioni, talora rivendicando proprie competenze. Una volta aperta la strada alle Regioni, non si è curata una autentica collaborazione centro periferia… Insomma, una grande incuria istituzionale che si riflette in sconcerto per i cittadini che non sanno chi decide e che cosa debbono fare. Sono stati vulnerati i due grandi sistemi nazionali, sanitario e scolastico, che hanno lo scopo ambedue di assicurare l’eguaglianza sostanziale: Per come sono stati gestiti non sono più nazionali e non assicurano più l’eguaglianza”
“La continuità del governo è positiva, purché sia congiunta con l’efficacia del governare. In favore della continuità vi erano la pandemia in corso, una borsa cospicua da utilizzare (209 miliardi), l’assenza di vincoli di bilancio, la prospettiva di concorrere alla elezione del prossimo presidente della repubblica, la minaccia incombente su 400 parlamentari (di cui verosimilmente 200 del M5S. 100 fi FI, 30 di IV) e le loro aspettative e speranze di ritornare ad essere eletti. Tutti questi sono punti di forza, ma servono alla sopravvivenza, non a rafforzare l’azione di governo (troppo accentrata e fondata sulla tecnica del rinvio) come giustamente richiesto da IV e PD. È proprio vero che, se non sei al tavolo, sei nel menù?”
Molto chiaro, direi, sui limiti e i pericoli dell’attuale situazione politica e del Paese. Aggiungo un brano dell’articolo di Concita De Gregorio su “Repubblica” del 21 gennaio
“Un Paese civile non dovrebbe aprire campagne di raccolta fondi per dare riparo e pasti caldi alle persone, dovrebbe essere in grado di garantire i dettami della Costituzione dove il lavoro è un diritto, ma anche un dovere per il funzionamento del Paese e per la propria dignità. Perché non è vero “basta la salute”, prova a mantenerla senza lavoro. Così la gente si è incattivita, cerca un capro espiatorio a tutti i costi senza sapere che, se ci si guarda allo specchio lo abbiamo davanti, nessuno esente, tutti siamo responsabili della vita dell’altro. Mai come adesso.”
Non è il momento dell’indifferenza e dell’egoismo.
Cielle
(giovedì 21 gennaio 2021)