Atlantic Council – think tank di politica internazionale domiciliato a Washington ma con corrispondenti in tutto il mondo – nel novembre 2017 pubblicò un report “The Kremlin’s trojan horses. Russian Influence in Greece, Italy and Spain”.
Si tratta del secondo report. Il primo fu pubblicato nel 2016 e si occupava della strategia e delle operazioni di influenza russa in Francia, Germania e Regno Unito.
Possiamo quindi dire che, almeno dal 2016, il tema è all’attenzione della comunità politica, dei media, degli esperti di politica internazionale e di tutti coloro i quali si occupano di questioni inerenti alla vita democratica in Occidente.
E stiamo facendo riferimento a una sola fonte, quando in realtà, molteplici sono i soggetti che in questi ultimi anni si sono occupati del tema.
“Il migliorista” pubblicò qualche settimana fa la recensione al libro di Claudio Gatti “I demoni di Salvini” di recentissima pubblicazione (alla quale si rimanda), ove circostanze e nomi che dimostrerebbero una relazione consolidata tra la Lega di Matteo Salvini e la Russia di Vladimir Putin – che da ieri sono oggetto di cronaca – sono ben evidenziati.
Così come nell’inchiesta de l’Espresso a firma di Giovanni Tizian e Stefano Vergine del febbraio scorso.
Dunque, le rivelazioni giunte ieri con la pubblicazione nel sito BuzzFeed delle intercettazioni di una conversazione avvenuta nell’ottobre 2018 all’ hotel Metropol di Mosca tra Gianluca Savoini, accompagnato da altri soggetti, e alcuni emissari del Cremlino nel corso della quale si è discusso di un accordo petrolifero finalizzato al finanziamento della campagna elettorale di un partito politico italiano di destra che si prefiggeva il compito di cambiare l’Europa in vista delle elezioni del Parlamento Europeo del maggio 2019.
Di Savoini già scriveva il report dell’Atlantic Council citato in apertura, così come scriveva pure di Lorenzo Fontana, all’epoca parlamentare europeo della Lega, Ministro per la Famiglia in questo Governo ma candidato giusto ieri (quale tempismo!) da Matteo Salvini a diventare Ministro per gli Affari Europei.
Difficile non pensar male e, cioè, che il disegno di smantellare l’Unione Europea sia condiviso da Vladimir Putin, per ragioni geopolitiche e strategiche, e da Matteo Salvini, per ragioni più domestiche.
Difficile non pensar male e, cioè, che i deliri ideologici nazionalsovranisti non siano che la sovrastruttura di interessi più terreni.
Difficile non pensar male e, cioè, che le tattiche di distrazione di massa con le quali quotidianamente si alimenta l’intossicazione delle menti e delle coscienze degli italiani su temi quali la sicurezza, l’immigrazione, l’Europa cattiva e matrigna non siano finalizzate a nascondere ben più concreti e contabili obiettivi.
Difficile non notare, con un certo stupore, la timida titolazione di prima pagina di alcuni tra i principali quotidiani nazionali.
Difficile non chiedersi dove cazzo sia e cosa stia facendo l’opposizione politica in questo Paese alla deriva!
Pepito Sbazzeguti
(giovedì 11 luglio 2019)
Vedi articolo sul libro di Gatti