Oggi siamo alla scissione “Porta a Porta”. Vespa ha predetto che i prossimi leader saranno Renzi (di nuovo) e Salvini. Mettetevi il cuore in pace: le sorti del Paese si giocano sulle tv, o sui giornali. Anzi qualcuno pensa che “le cose debbono avvenire sul suo giornale”. Ormai siamo invasi da giornalisti o giornali o trasmissioni che pensano di fare, loro, la politica del Paese.
Non avevo ancora capito se fossero motivazioni politiche o personali, quelle per le quali Renzi è uscito da un partito che aveva appena spinto a fare una alleanza con le 5S. E per di più da un partito accusato di trasformismo perché aveva cambiato la posizione che lui stesso gli aveva imposto, condannandolo per 14 mesi a mangiare pop-corns. Poi ho letto la signora Lucia Annunziata e mi si sono chiarite le idee: “Per una volta, tuttavia, questo è un caso in cui a Renzi proprio non si può rimproverare nulla. Né la sorpresa, né le intenzioni.”. Capisco che la signora abbia un problema grande: Mattarella non l’ha consultata e non ha indetto le elezioni che chiedeva anche lei, oltre a Salvini. Le è sfuggito che siamo in una repubblica parlamentare e che Renzi ha fatto per primo la mossa, virando a 180 gradi la sua posizione ostile ai grillini, ma per lei è importante un’altra cosa: “Il vero pericolo che Renzi costituisce per il Governo, insomma, non è quello di farlo cadere, ma di metterlo in ombra. Ed è già accaduto”.
Eh, sì, perché per la signora “Renzi occupa il nuovo spazio pubblico: quello dei media, delle polemiche, dei social, insomma di quella agorà permanente che è oggi il vero spazio della politica. Non a caso quello che ha occupato e continua ad occupare Salvini, di cui vuole diventare, come ha detto subito, l’unico antagonista”. La signora Annunziata si ritrova con Vespa: il cerchio si chiude.
Ma ad entrambi sfugge un piccolo particolare: Salvini (con il centrodestra) ha già battuto Renzi sui social e nelle piazze nel 2018: era Renzi il candidato premier ed è finito terzo.
E tanto per ricordare, grazie al fatto di non essere andati alle elezioni, come voleva la signora e un altro giornalone, lo Stato italiano ha risparmiato in un botto una decina di miliardi.
Salvini si batte con l’azione politica del governo Conte II: si batte con i fatti, non sui social. Si batte con l’azione sulla sicurezza, sui migranti, sulle tasse, sulla occupazione, sul rilancio dell’economia, sulla nostra presenza fattiva in Europa
Trovo anche politicamente abbastanza scorretto l’accanimento sul “voltafaccia” di Conte. Se non ci fosse stato Conte, saremmo ancora a un governo Lega-5S con Di Maio premier. A sbarrare la strada a questo disegno, non c’erano quelli che tifavano per le elezioni, c’è stato in primis Conte che ha chiesto il dibattito parlamentare durante il quale le ha suonate a Salvini : dicono che l’ha fatto tardi, dopo 14 mesi, sì, ma l’ha fatto e ha creato le condizioni per mandare a casa Salvini, cosa che nessuno riteneva possibile a tempi brevissimi, brevi e medi.. Il 20 agosto Conte si è dimesso e a Biarritz (il 24 agosto) ha sbattuto la porta in faccia a Salvini, ( “mai più con la Lega”) chiudendo a qualsiasi possibile apertura delle 5S a Salvini, che ha continuato a proporre a Di Maio la presidenza del Consiglio. Il 29 agosto ha ricevuto l’incarico e a quel punto anche il PD ha capito che il governo si poteva fare solo con Conte.
Trovo invece francamente incomprensibile quanto dichiarato da Renzi a Sky: “Dopo sette (sic!) anni di fuoco amico penso si debba prendere atto che i nostri valori, le nostre idee, i nostri sogni non possono essere tutti i giorni oggetto di litigi interni”. Qualcuno deve dirglielo perché forse non si ricorda: è stato segretario del PD (4 anni ovvero 51 mesi) e presidente del Consiglio (3 anni ovvero 34 mesi) nel PD quando – scrive l’on. Lino Duilio – “non si poteva esprimere non dico una critica ma nemmeno un’opinione diversa da quella di Renzi”. La cosa che non avevano capito fin dal 2013 è che a Renzi andava bene il PD finché non diventava e non era lui il padrone assoluto. Ora, Renzi s’è fatto un partito tutto suo, in cui può fare il leader “carismatico” ovvero incontrastato, il monarca: è un bene, è un male ? vedremo.
A tutti i componenti del governo, al PD e alle 5S, si chiede di fare meno twitter, meno interviste, meno dirette facebook, o selfie, e più atti di governo e di stare seriamente in Europa. L’agorà mediatica lasciatela ad altri. a quelli che si eccitano ad essere al centro del circo mediatico, a quelli a cui si addice quello che scriveva George Bernard Shaw: “Non sa niente e crede di sapere tutto. Questo fa chiaramente prevedere una carriera politica”.
Paolo Casamari
(sabato 21 settembre 2019)