Un gruppo di dirigenti del PD si è riunito, per due giorni, al freddo di una abbazia. Al Pds, all’Ulivo e al PD è capitato spesso di riunirsi in abbazie e conventi, e la cosa non ha portato bene, in generale. Anche perché si va a parlare in luoghi, che invece sono dedicati al silenzio, e quindi alla meditazione, alla riflessione, cosa di cui avrebbe assoluto bisogno il PD.
E invece no, hanno parlato e l’inizio già la diceva lunga: sono stati definiti “idioti” tutti quelli che dicono che non c’è discontinuità tra questo governo e quello precedente. Per fortuna che Piercarlo Padoan ha detto con chiarezza alcune cose: “Dario (una volta, ci si chiamava per cognome, non essendo una riunione di famiglia) mette l’accento sulla sicurezza sociale ma dobbiamo andare oltre. Siamo come impauriti a parlare di crescita, di produttività. Sembriamo scontenti delle nostre idee e del nostro modello che è anche quello di ridurre le tasse degli italiani. Bisogna proporre una strategia fiscale come fanno i nostri oppositori”.
Ora, vorrei tralasciare l’abbazia e il dibattito fra i “maggiorenti” del PD, come li hanno definiti alcuni giornali : ma esistono ancora gli organismi di partito, chessò la direzione, i circoli, gli iscritti ?
Ci sono due settimane al voto in Emilia-Romagna e in Calabria, e come fai a chiedere il voto per un partito che il segretario propone di sciogliere, di fare un nuovo partito. Poi, c’è tutto un formulario: no, non si parlava di “nuovo partito”, ma di un “partito nuovo”. Ah, beh, allora ! Formule e formulette: “aprirsi” ai sindaci, alle sardine, ai movimenti ! Ma qualcuno aveva deciso di chiudere le porte alla “società civile” ?
In realtà, il segretario mi pare vittima della “governite” del “trio Lescano”, (Franceschini-Bettini-Orlando): stare al governo costi quel che costi.
Ne è una dimostrazione la vicenda della “prescrizione”. Non stiamo parlando di una cosa da nulla, irrilevante e insignificante: stiamo parlando di un aspetto importante di uno stato di diritto rispettoso delle libertà del cittadino.
Ora, la scelta illiberale della fine della prescrizione è stata introdotta dal governo giallo nero, ovvero con il voto della Lega e delle 5S. Quindi il problema era tutto delle 5S, adesso, e politica vorrebbe che il cerino fosse lasciato in mano a loro. No, giammai, perché questo governo (per alcuni “governisti”) è l’incubatore di una alleanza strategica, strutturale tra PD e 5S ! Segretario, ci salvi: urge un congresso straordinario, non le primarie, un congresso con tesi politiche, con programmi, progetti, valori e idee da discutere tra gli iscritti !
Certo, Renzi ha fatto il furbo, votando contro, ma essendo sicuro che non ci sarebbe stata una crisi poiché il PD avrebbe votato con le 5S. E qui ci sono due errori. Se la questione della prescrizione era considerata una scelta di sopravvivenza del governo, il PD avrebbe dovuto dire a chiare lettere, sia alle 5S che a Leu e a Italia Viva, che o si assumeva una posizione di maggioranza unitaria o ciascuno era libero di votare come meglio riteneva opportuno, con conseguenze per la maggioranza. Invece il PD si è appiattito sulle 5S, lasciando mano libera a Renzi: un capolavoro.
Non ritengo che la prescrizione possa essere una questione di governo ( e se le 5S la pensano così, è manifestazione dello loro scarsa educazione costituzionale ), ma che essa sia una questione che attiene ai principi di uno stato di diritto, e quindi la vera distinzione è tra liberali e illiberali, non è tra destra e sinistra. Spiace che il PD si sia schierato con gli illiberali. Ma si vede che il PD, per impedire i pieni poteri a Salvini, ha scelto di darli alla magistratura: tra l’incudine e il martello !
Vengo ad una altra vicenda. Che senso ha rinviare la questione del voto sulla richiesta di autorizzazione a procedere contro Salvini, a dopo le elezioni del 26 gennaio ? Che cosa cambia per il PD ? Tanto Salvini continua, anche prima del verdetto del Senato, a fare la vittima della persecuzione delle sinistre e della giustizia al servizio delle sinistre. Il problema caso mai è per le 5S che erano al governo con Salvini quando è accaduto il caso “Gregoretti”, nave della Guardia Costiera ovvero di un Corpo specialistico della Marina Militare. Cambia il voto nelle Regioni se viene discusso prima o dopo il rinvio al Tribunale dei Ministri ? Con il clamore suscitato dalla discussione sulle date è come se si fosse già votato. A meno che il PD voti contro l’autorizzazione…
Constato che i temi “immigrazione” e “sicurezza”, ma soprattutto Europa, Mediterraneo, Medio Oriente (forse ho letto male le conclusioni del summit) sono stati assenti. Ora, la questione della pace nel Mediterraneo è strettamente connessa alle risorse energetiche che la nostra maggiore azienda (Eni) ci fornisce dalla Libia e dall’Egitto. Ma forse il PD ha delegato a Conte e a Di Maio la soluzione del problema.
E qui sta un problema grande come una casa: perché è stato affidato un dicastero rilevantissimo per il Paese a Di Maio, l’uomo sbagliato al posto sbagliato nel momento sbagliato? Per di più ad uno con la testa immersa nelle beghe di un movimento (in maggioranza di smandrappati) in disfacimento. Una bella scelta, non c’è che dire. Un ufficio a Palazzo Chigi val bene questa scelta ?
Mi è venuta in mente in questi giorni la vicenda di Sigonella: cosa avrebbe combinato la compagine Conte – Di Maio – Guerrini – Bonafede? Forse è meglio non pensarci.
Paolino Casamari
(domenica 19 gennaio 2020)