di Carlo Visco Gilardi
Sono convinto, così come la stragrande maggioranza degli osservatori italiani e stranieri che questa sciagurata guerra cambierà anche gli scenari politici nazionali e italiani in particolari. La politica estera è sempre stata insieme alla politica economica il punto discriminante tra i partiti per orientare le scelte delle alleanze. Durante il periodo della guerra fredda, ci fu l’esclusione del PCI dai governi, in quanto esso era collegato direttamente all’URSS.
Quando l’URSS cadde, ci fu per un breve periodo l’illusione di un mondo globale in pace e si pensò realisticamente ad associare la Russia alla Nato e alla Unione Europea, quell’Europa da Lisbona agli Urali che affascinava, ma che si infranse quando Putin decise che doveva cercare di riunire i popoli russofoni e si annesse l’Ossezia e infine nel 2014 la penisola di Crimea, il tutto nella indifferenza dell’occidente, oltretutto permeato da rapporti tra il governo russo e partiti amici (vedi la Lega e lo stesso Trump).
Ora l’asticella si è alzata e il confronto è palesemente tra due modelli di società diversi e opposti. Il modello occidentale, che pur con tutti i suoi difetti, è basato sulla democrazia, le libertà collettive e individuali, il libero mercato e la libera circolazione delle persone, delle idee e delle merci. Ad esso si oppongono modelli di autocrazie come quelle russe, cinesi, nordcoreane ecc, con alcune di esse che pencolano, mercanteggiando, tra occidente e Russia, come la Turchia e l’India.
In questa situazione la politica estera è tornata e deve essere il momento di distinguo della politica Italiana, in una fase in cui le scelte di politica internazionale sono determinanti e consentono sempre meno distinguo. In Italia i partiti che hanno mantenuto una solida scelta di appartenenza alla UE e alla Alleanza Atlantica sono il PD, Italia Viva e i piccoli partiti liberal democratici : Azione, + Europa e altri. A destra abbiamo tre situazioni diverse e in conflitto fra loto: Forza Italia è assolutamente con il PD sia sulla UE che sull’Alleanza Atlantica, ma il suo capo Berlusconi ha dei continui ondeggiamenti su Putin. La Lega è in Europa alleata di Orban che è un esponente dell’autocrazia e si oppone alle sanzioni contro Putin e di fatto è un suo alleato neanche tanto occulto. FdI è sicuramente per l’Alleanza Atlantica ma si oppone alla UE sulle stesse posizioni della Le Pen e di Vox in Spagna. Il M5s è diviso tra Di Maio, del tutto allineato alle scelte del governo Draghi e Conte che si oppone a tutto, utilizzando ogni pretesto per attaccare il Governo Draghi, di cui fa parte. La sinistra di Leu e articolo1 sono storicamente antiamericani e vedono in Putin l’erede dell’URSS, ma contano pressochè nulla.
E’ quindi sulla base di questi ragionamenti che io personalmente auspico una legge elettorale proporzionale che porti ad una alleanza di governo solidamente europeista e atlantica comprendente PD, Italia Viva , Azione e +Europa e quella componente di Forza Italia, che è attualmente al governo, vedi Carfagna, Gelmini e Brunetta che non ne vuole sapere di un governo con la Lega e FdI. Credo che una posizione di questo tipo, porterebbe ad un chiarimento anche nella Lega tra Salvini, amico di Orban, e Giorgetti e i governatori del Nord certamente molto più europeisti.
In questo frangente bisogna considerare anche il voto per il rinnovo dei consigli comunali del 12 giugno. Ritengo che il voto per la coalizione di destra, dominata totalmente dalla Lega e da FdI, sia un errore perché darebbe una ulteriore spinta agli stessi in vista dalle elezioni politiche che sono ormai imminenti.
Proprio per le considerazioni fatte sulla politica internazionale, le prossime elezioni politiche saranno basate su il confronto tra coloro che sono per un Paese saldamente ancorato ai sistemi liberal democratici, all’europeismo e all’atlantismo e coloro che continuano a guardare con simpatia ai sistemi autocratici e anti occidentali. Questo confronto non possiamo permetterci di perderlo e per questo dobbiamo considerare come anche un sostegno nelle elezioni comunali, per giunte di destra che magari hanno anche amministrato bene, non sarebbe altro che una ulteriore spinta verso una coalizione che si prepara a governare l’Italia, contro la UE, l’atlantismo e il sistema della democrazia liberal-democratica.
(sabato 4 giugno 2022)