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La mozione che non è di sfiducia

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“Conte venga in aula a spiegare lo stato della situazione relativa al sottosegretario Siri. Il braccio di ferro tra Lega e M5S impone al presidente del Consiglio immediati chiarimenti anche sulla reale salute della coalizione. A questo proposito, il Pd deposita una mozione di sfiducia al Governo Conte, perché questo continuo braccio di ferro fra Lega e M5S fa ulteriori danni al Paese”. Il 20 aprile lo rende noto il presidente dei senatori Pd Andrea Marcucci, con la benedizione del segretario del PD, Nicola Zingaretti. Così il 23 aprile appare sul sito dei senatori PD la mozione di sfiducia: “Il Senato…esprime, ai sensi dell’articolo 94 della Costituzione, la propria sfiducia al Governo.“  Non so quando discuteranno in Senato la mozione.

Mi sono chiesto se Marcucci e Zingaretti hanno informazioni che noi mortali non abbiamo e hanno quindi qualche probabilità che la mozione di sfiducia passi.  Non mi sembra che la mozione sia stata presentata da quel “fronte dell’opposizione” di cui aveva parlato Zingaretti all’atto della sua nomina a segretario. Ma ripeto, forse i due hanno notizie segrete di movimenti interni alla maggioranza di governo che fanno ben sperare in un voto parlamentare che spacchi la coalizione giallo nera.

Mi è venuta in mente una discussione nella sezione del partito di un Comune dell’hinterland milanese (Bresso) quando io ero stato appena eletto in Consiglio comunale ed ero il più giovane, 21 anni, come stabiliva la legge per l’elettorato passivo. Il capogruppo era un compagno giornalista che lavorava all’Unità e il suo motto era “Coraggio, compagni, il socialismo non è inevitabile”, motto che non era molto ben accolto dalla maggioranza della sezione. Nella vulgata comune, si mitizza che i funzionari di partito venivano formati alla scuola di partito, alle Frattocchie o in altre scuole di marxismo-leninismo. Frottole, la formazione avveniva nelle sezioni, nel dibattito, nel confronto e nello scontro di idee, di esperienze, di sensibilità diverse su questioni concrete, su vicende politiche locali, nazionali e internazionali. Ora, nel caso in questione, il capogruppo sosteneva alcune cose che qui sintetizzo.

Se hai una intesa con qualcuno della maggioranza, che ti assicura di votare la tua mozione di sfiducia, la presenti e ottieni di spaccare la coalizione. Se non hai nessun segnale concreto ed affidabile di rottura della maggioranza, al di là  dei litigi al suo interno,  e presenti una mozione di sfiducia, ottieni di ricompattare la maggioranza. Hai fatto una bella sceneggiata, una bella propaganda su quanto sono brutti e cattivi e su quanto litigano, ma non hai portato a casa nulla in termini politici, non hai aperto nessuna contraddizione reale nella maggioranza. Inoltre rischi di perdere consensi, poiché dimostri che la tua opposizione è inconcludente, inutile.

Ora la vicenda del sottosegretario Siri, rischia di andare avanti fin dopo le elezioni: e continua la recita dei due ladri di Pisa, che rubano di notte e litigano di giorno, e intanto Siri sta al suo posto. Non voglio neanche entrare nel merito delle vicende giudiziarie, attuali o passate. Certo, stupisce che sia stato fatto sottosegretario un soggetto “già condannato con sentenza definitiva per bancarotta fraudolenta e sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte”.

Ma il fatto politico è che il Ministro ha tolto le deleghe a Siri e che le 5S ne chiedano le dimissioni. Ora non dovrebbe esistere, in natura, un sottosegretario a cui il Ministro toglie le deleghe e che rimanga al suo posto.  Per questo si deve presentare una mozione di sfiducia verso il sottosegretario Armando Siri, chiedendo le sue dimissioni. In questo modo costringi le 5S ad uscire allo scoperto: vogliono o non vogliono, votano o non votano le dimissioni.

In questo modo, apri delle contraddizioni nella maggioranza e in ogni caso, comunque vada il voto porti a casa un risultato politico, non solo propagandistico.  Perché lo scenario può essere diverso: il sottosegretario si dimette spontaneamente o spinto dalla Lega, per togliersi da un impiccio che ostacola Salvini e il suo attaccamento al potere; le 5S votano per la sfiducia a Siri e aprono uno scontro vero, non più solo a parole, evidente nella maggioranza; le 5S votano contro la mozione e si indeboliscono politicamente nei confronti della Lega ed elettoralmente nell’opinione pubblica.

Nel contempo, se non fai riferimento alla vicenda giudiziaria, e non abbocchi a certe dichiarazioni assurde di magistrati, e non sposi tesi giustizialiste che fanno venire i brividi nella schiena a qualsiasi persona che difenda lo stato di diritto, ma tieni solo il profilo politico – istituzionale (che le 5S ti hanno servito su un piatto d’argento con il ritiro delle deleghe), costringi anche Forza Italia ad una scelta: salvare un sottosegretario, facendo ancora da supporter alla Lega, apparendo totalmente subalterni a Salvini, o smarcarsi e lanciare un segnale politico alla Lega perché torni all’ovile del centro destra.

Ma forse va bene così: meglio tenere un governo in vita finché non è pronta l’alternativa.  O forse non so  più cosa sia la politica ai tempi di twitter, di facebook e di internet. Il mio è solo un grido nella notte buia.

“La colpa, caro Bruto, non è nelle nostre stelle, ma in noi stessi” Buona notte, e buona fortuna.

Luigi Corbani

(giovedì 2 maggio 2019)

 

 

 

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