“Nel momento peggiore, manca una classe dirigente” (https://www.ilmigliorista.eu/politica/nel-momento-peggiore-manca-una-classe-dirigente/). era il titolo dell’articolo che avevo scritto il 27 aprile 2020. Mi ero preso qualche critica: adesso vedo che si scatenano tutti sul “fallimento della classe dirigente, della politica, delle forze politiche”.
Ma non è il fallimento della politica, che anzi si prende la sua rivincita, è il fallimento di questi “partiti” politici, di questi “politici” e, aggiungo, di questa informazione.
Pochi giorni fa, con grande acume politico e tempismo, l’editore del “Corriere” e de “la7” si dichiarava a favore di Conte. Oggi vedo sul “Corriere” un ritratto al fulmicotone di Rocco Casalino, il padrone di Palazzo Chigi, in ultimo, distributore di veline e fakenews contro Renzi.
Il termine “voltagabbana” vale solo per i politici o anche per gli editori e i direttori di giornale o i conduttori televisivi? O, a giustificazione dei giri di valzer, vale sempre l’italico principio “Sa, tengo famiglia!”?
In questi giorni vi è la controprova dimostrata del fallimento di tutti questi analisti, opinionisti, editorialisti, direttori dei giornali, di questa compagnia di giro delle trasmissioni televisive, dei vari talk show che hanno raccontato balle e favole per riempire colonne di giornali e ore di trasmissioni.
Gli opinionisti
Oggi plaudono a Draghi, ma fino a ieri difendevano Conte da quel cattivone di Renzi. Ma difendevano Conte, perché le cose andavano nel modo migliore possibile? No, perché “Renzi è uno sfasciacarrozze”. Non importa, che Renzi abbia detto cose giustissime, che il “recovery plan” non va bene, che la scuola non può essere chiusa per mesi e mesi, che il piano dei vaccini non va bene e che bisogna investire di più sulla sanità, che bisogna sbloccare i cantieri, che la giustizia non può essere governata in modo giustizialista. No, Renzi è brutto e cattivo e le veline di Palazzo Chigi dicevano che faceva tutto per avere qualche poltrona in più, mentre – di converso e ovviamente – Conte e gli altri erano disinteressati alle poltrone.
Che dire delle penose e rancorose dichiarazioni dei vari Padellaro, Travaglio, Gomez, Scanzi ? Neanche il “Popolo” scriveva accorati appelli per la DC, come costoro sul “Fatto quotidiano” per Conte; persino Emilio Fede ci appare, oggi, di fronte a costoro, un esempio di obiettività e correttezza di informazione. Ma per avere una idea del livello della informazione “libera ed indipendente”, bisognerebbe (per chi vuole farsi del male) riascoltare Gruber, Telese, Annunziata di questi mesi.
Giornalisti e conduttori televisivi dovrebbero vergognarsi a leggere la dichiarazione di Conte (articolo del “Corriere”) “amareggiato perché deve lasciare Palazzo Chigi”: ”ho sbagliato a dimettermi”. E c’è qualcuno che pensa a lui, ministro di un governo Draghi! Per rimanere in politica, oggi Conte si è pronunciato per dare una mano a Di Maio e sostenere l’ala governista delle 5S (“vogliamo un governo politico”, poi vedremo cosa vuol dire) e manifestare la sua intenzione di rimanere il punto di riferimento dell’alleanza 5S-Leu-PD, Ma questa posizione è un pò in contraddizione con la voglia di entrare nel governo Draghi, al quale non ha augurato successo, ma solo buon lavoro.
Il governo politico formato da tecnici o da politici
Occorre ricordare che Mattarella ha chiesto a Draghi di :“dare immediatamente vita a un governo, adeguato a fronteggiare le gravi emergenze presenti, sanitaria, sociale, economica-finanziaria”. Il che non significa che una cosa sola: un governo politico, che faccia scelte politiche per affrontare oggi e subito i problemi urgenti del Paese.
Mattarella ha aggiunto : “Avverto pertanto il dovere di rivolgere un appello a tutte le forze politiche presenti in Parlamento perché conferiscano la fiducia a un governo di alto profilo che non debba identificarsi con alcuna formula politica.”
Nei commenti ho visto che si confondono i termini. Un governo, che sia in carica per l’ordinaria amministrazione, per il disbrigo delle pratiche obbligatorie e dovute per legge, è un governo “tecnico”, non deve fare scelte, che è la tipica funzione della politica. Di converso, un governo che faccia delle scelte, anche sotto la pressione degli eventi, è un governo “politico”. Anche un governo, composto solo da persone non appartenenti al Parlamento, cioè da non eletti dal popolo, è un governo politico se deve scegliere cosa fare per combattere la pandemia, quali scelte fare per il “piano europeo”, e via dicendo. In realtà, quando in questi giorni si insiste, sul “governo politico” si confondono i piani: si vuole cioè dire che deve essere composto da parlamentari e da persone scelte dai partiti e dalle forze parlamentari. Il che è un’altra cosa: Conte non è un “politico”, è “l’avvocato del popolo”, che però oggi invoca un governo “politico” in cui ci siano i rappresentati delle 5s, del Pd, di Leu, ecc.
Il governo Draghi ha un grande compito politico: sistemare il Paese. La sua composizione può essere con “parlamentari” o con persone che fanno riferimento alle forze parlamentari , e/o con persone che non sono parlamentari e non fanno riferimento (esplicitamente) ad alcun partito che sieda in Parlamento.
L’equivoco non sintattico né semantico, è politico, indice anche della confusione e della scarsa capacità di vedere il risultato di un’azione fallimentare come quella di questi anni del Conte 1, del Conte 2 e del mancato Conte 3.
“La colpa, caro Bruto, non sta nelle nostre stelle, ma in noi stessi” “Buona notte, e buona fortuna”
Luigi Corbani
(giovedì 4 gennaio 2021)