Nel 2016 l’editore Laterza pubblicò un prezioso libro di Christopher Clark dal titolo “I sonnambuli. Come l’Europa arrivò alla Grande Guerra”. Libro fondamentale per capire come si arrivò nel 1914 all’inutile strage della Prima Guerra Mondiale.
La tesi di Clark, storico di chiara fama all’Università di Cambridge, ben esposta, argomentata e documentata è che i governi europei scivolarono nel conflitto quasi inconsapevoli, forse presagendo qualche sintomo di disgrazia, ma imbelli, arrendevoli, lassisti, senza far nulla per scongiurare la tragedia.
I “sonnambuli” sono, appunto, i governi di allora. Imperatori, re e presidenti, primi ministri, diplomatici e comandi militari.
Un’inerzia alimentata da indifferenza verso le conseguenze, pigra rassegnazione, ottusità burocratica, arroganza di classe.
Senza esagerare, “sonnambuli” ci paiono anche i nostri attuali governanti (se il termine non appare del tutto eccessivo, il termine “governanti”, intendo, non “sonnambuli”).
Tra ultimatum, o quasi ultimatum, smentite, rassicurazioni, minacce e insulti si sta scivolando verso una crisi di Governo che nessuno pare in grado di gestire, se non di evitare o contenere.
Al Quirinale siede un uomo stimato e capace (magari non volitivo come il suo predecessore) ma ha a che fare con gruppi dirigenti dei partiti rappresentati in Parlamento del tutto inaffidabili.
Il PD medita frazionismi incomprensibili e ha sempre da fare i conti con il fantasma di Matteo Renzi che, come il padre di Amleto, si aggira per i palazzi romani, le tv e i social media e non si dà pace.
FI sta vivendo un’agonia irrimediabile tra chi è già fuggito verso la Lega e chi medita la fuga.
Fratelli d’Italia si propone come ancella della Lega per sostenere un potenziale Governo di estrema destra.
Il Movimento 5 Stelle, come un pugile suonato, brancola per il ring politico sperando (alcuni) e temendo (tutti gli altri) che il giudice proceda alla conta finale o che l’allenatore getti la spugna.
La Lega di Matteo Salvini – gonfia della certezza di essere chiamata dal destino a reggere le sorti della Patria e in preda a un delirio di onnipotenza – si vede ormai proiettata in un ventennio di governo illiberale.
Ora, dov’è la classe dirigente del Paese? Perché non si fa sentire? Ciascuno occupato a coltivare il proprio “particulare”?
Pepito Sbazzeguti
(martedì 4 giugno 2019)