Se la situazione non fosse grave, ci sarebbe da ridire di fronte all’arroganza, all’impreparazione, all’incapacità e all’azione di pura propaganda del governo giallo nero, che sopravvive grazie all’impotenza politica dell’opposizione.
Basti pensare ai “decreti legge”, a cui si può ricorrere – dice la Costituzione – in casi straordinari di necessità e d’urgenza: “sblocca cantieri” e “crescita” approvati in Consiglio dei ministri “salvo intese” e fermi da un mese. Il bollettino del governo (la Rai) ci comunica che uno sarà approvato dal Consiglio convocato a Reggio Calabria. Vedremo se – come dice la carta costituzionale – sarà presentato il giorno stesso alle Camere.
Mi chiedo anche cosa pensino i leghisti del Nord di un governo che regala 12 miliardi a “Roma Ladrona” per sistemare il deficit del Comune, che rinvia la TAV e le opere pubbliche, che mette in soffitta l’autonomia differenziata delle regioni, che non diminuisce le accise e rischia di aumentare la Iva, che non riduce le tasse e crea dei problemi alla sanità e alla pubblica amministrazione con la “quota cento”. Però il capo della Lega chiude i porti (intanto arrivano immigrati da tutte le parti ) e fa il duro con lo Stato maggiore della Difesa, solo per fare parlare di sé, e dire che è lui che comanda, ma così crea un incidente istituzionale pericoloso, per la prima volta nella storia della Repubblica italiana. Gli piacciono tanto le divise e le ordinanze: ha una passione irrefrenabile che esalta il suo ego ed è disposto ad andare contro qualsiasi regola e anche contro il buonsenso, pur di affermare sé stesso. Adesso il Capo della “Lega Salvini Premier” invoca un Regio Decreto del 1931 per dare poteri ai Prefetti sull’ordine pubblico: un atto di pura propaganda, ma che rivela una distorta concezione dello Stato e della democrazia: vuol far credere che lui va anche contro i Sindaci pur di tutelare la sicurezza nelle nostre città, cercando di far dimenticare che la sicurezza nelle strade dipende proprio da lui e dai Prefetti, non dai sindaci. Capite l’assurdo propagandistico: il capo di un partito che voleva abolire i Prefetti enfatizza il ruolo dei Prefetti.
Lasciamo stare lo stato di eccitamento parossistico del “Capitano”, che aumenta con la lettura dei sondaggi, ma mi chiedo se i leghisti del Nord, Zaia, Fontana, Maroni, ecc. sono convinti che le proteste delle associazioni imprenditoriali contro il governo, il tradimento degli impegni con il Nord produttivo e la ricerca di consensi al sud (andando contro tutte le dichiarazioni “leghiste” sull’assistenzialismo meridionale) non abbiano conseguenze sul voto. Mi chiedo se davvero pensano che i numeri dei sondaggi si traducano in voti alle elezioni. Fossi in loro avrei qualche timore, visto anche il clima pesante che il loro capo sta producendo nel Paese: crea uno stato di tensione, alimenta paure irrazionali, fomenta la psicosi della insicurezza e alla fine non produce risultati apprezzabili che segnino un miglioramento, non affronta la crisi economica, si affida a un voto del Sud quanto mai ballerino e delude le aspettative del Nord; rompe con l’alleato di centrodestra e porta via la marmellata ai suoi attuali compagni di merende. Alle fine rischia di pagare salato il conto, anche perché, come insegna la politica, puoi avere anche il 30% dei voti, e nel contempo rimanere isolato.
Mai sottovalutare la rabbia di un alleato abbandonato o la voglia di vendetta di quelli che si sentono trattati come pezze da piede: potrebbero fare cose imprevedibili. La Lega di Salvini si troverebbe in un cul di sacco, il giorno in cui le opposizioni, ciascuna con i propri tornaconti, e le 5S – che hanno dimostrato di potere passare sopra a tutti gli insulti precedenti, pur di governare – trovassero una qualche intesa, alcuni proponendo forme di astensione, altri di benevola opposizione, purché la forza di governo garantisca alcuni provvedimenti utili al Paese.
Ma, per fortuna della Lega, oggi né Forza Italia né Partito Democratico né le altre forze di opposizione né le 5S si muovono, nei Consigli regionali e in Parlamento, poiché pensano ai sondaggi delle elezioni europee più che alle esigenze del Paese.
Secondo me, la politica, l’esigenza del bene comune, presenterà il conto a tutti: anche il 50% di quelli che non partecipano ai sondaggi faranno sentire la voce di fronte al disastro a cui ci stanno portando, i partiti di governo per incapacità e insipienza e i partiti di opposizione per paura.
“La colpa, caro Bruto, non è nelle nostre stelle, ma in noi stessi. Buona notte e buona fortuna”
Luigi Corbani