Se non ci fosse il sistema “monocratico” del “Governatore” (tipologia inesistente nel nostro sistema costituzionale) in Regione, Fontana sarebbe già stato sostituito dalla sua stessa maggioranza, non per aver commesso reati, ma per aver compiuto fesserie e aver detto bugie, creando un problema politico rilevante alla maggioranza della Regione. In questi giorni mi è venuto in mente un tale che diceva “non so se mi sono spiegato o mi sono frainteso” e ho pensato a Fontana. E di fronte alla frase ricorrente, “l’ha fatto a mia insaputa”, mi sono venuti in mente Fontana e Casalino. E poi la colpa è sempre dell’amante, del cognato o dei giornalisti: fra un pò ci sarà anche “l’ho detto a mia insaputa”.
Certo, nessuno deve mettere in dubbio l’integrità di Fontana. Ma Fontana è pregato di non farci passare per pirla.
E sarebbe bene che Fontana chiudesse la partita al più presto, dando lui stesso le dimissioni. Per lui stesso che, comunque vada, nei prossimi anni non godrà di molta credibilità, e per rispetto dei cittadini e delle istituzioni: i comportamenti del sindaco di Varese o del Presidente della Regione, non sono fatti privati, hanno una valenza pubblica. Le bugie, o le mezze verità in altri paesi sono causa di dimissioni.
Lascio stare la vicenda dei camici, per cui il Presidente viene smentito da funzionari; appare davvero comica la faccenda del “non sapevo, ma forse ho saputo dopo”, e la storia del bonifico da un conto in Svizzera per risarcire il cognato e la moglie del “mancato introito” dalla Regione: mah!?
Non è certo un reato essere ricchi, come ha scritto un giornale a difesa di Fontana, ma non è un fatto normale avere dei conti alle Bahamas. A parte che mi piacerebbe conoscere come si è formato all’estero il gruzzoletto (circa dieci miliardi delle vecchie lire!).
E non è un eroe popolare quello che ha i soldi all’estero e poi, fa emergere dei conti, fino ad allora segreti, in Svizzera. Sono sempre soldi di una evasione fiscale che lo Stato ti consente di far emergere senza conseguenze sul piano penale e con qualche vantaggio monetario: chi ha sempre tenuto i soldi in Italia e ha pagato le tasse, ha versato ben più soldi di chi li ha tenuti all’estero per tanto tempo. È certo che sfugge la differenza tra un problema legale e un problema politico.
E a Fontana conviene chiudere in fretta la cosa dal punto di vista politico. Perché ogni giorno ha la sua pena. Si viene a scoprire che, mentre era sindaco di Varese, Fontana è stato sanzionato per non aver pubblicato il suo stato patrimoniale del 2015, in cui doveva dichiarare che nel settembre 2015 aveva fatto ricorso allo scudo fiscale per fare rientrare dei capitali illecitamente detenuti all’estero da due trust creati alle Bahamas nel 2005 (dopo un inizio nel 1997), quando Fontana presiedeva il Consiglio Regionale. La madre dentista figurava come intestataria, e Fontana in un trust era il soggetto delegato e nell’altro il beneficiario economico.
A me non pare normale e accettabile sul piano politico, che una persona che da venticinque anni amministra la cosa pubblica, il servizio sanitario e i servizi di pubblica utilità, finanziati dai cittadini che pagano le tasse, abbia un conto in Svizzera regolarizzato da uno scudo fiscale e che faceva capo a due trust alle Bahamas. Non c’è nessun reato, ma tirare in ballo la mamma dentista e dire che era una pratica di moda portare all’estero i soldi è di cattivo gusto e offensivo per i cittadini che non sanno neanche dove siano le Bahamas. Noi, comuni mortali lombardi, andavamo a comprare il cioccolato e a fare la benzina in Svizzera, non a portare i soldi, e tantomeno frequentavamo le Bahamas.
Per altro verso passa in secondo piano sui giornali una vicenda assai grave, dal mio punto di vista. Da tempo, dal 7 marzo, dalla uscita da Palazzo Chigi delle indiscrezioni sul lockdwon, che ha causato un fuggi fuggi dal nord al sud, il responsabile della comunicazione di Palazzo Chigi avrebbe dovuto andare via. Ora, non è un reato che giochi in Borsa l’amante di Casalino, di uno che sta nella stanza dei bottoni, a Palazzo Chigi come a Bruxelles, a stretto contatto, direi quasi fisico, con il primo ministro, Ma sarebbe cosa buona e giusta, per un senso di “opportunità politica” e per evitare qualsiasi conflitto di interessi, che la persona pubblica inviti il convivente, l’amante, l’amico, l’amica, il cognato, la moglie, i parenti, chiunque abbia rapporti con lui, dall’astenersi di fare operazioni che prestino il fianco ad interpretazioni per la cui smentita ci vogliono più parole di un sì o di un no.
Ma lo stile e il rispetto delle istituzioni non sono pratica quotidiana: alle volte sembra che valga il principio per cui se non è reato, tutto è lecito.
Ma la politica è cosa diversa dalla giustizia penale e dalla morale: per me, ha delle regole ben più stringenti e meno permissive e non giustifica comportamenti deleteri – prima che sul piano giuridico o morale – sul piano propriamente “politico” della amministrazione del bene pubblico e della fiducia dei cittadini amministrati.
“Il male che un uomo fa, gli sopravvive; il bene, spesso, resta sepolto con le sue ossa. E così sia di Cesare” dice Marco Antonio, nel monologo del “Giulio Cesare” di Shakespeare: una affermazione che tutti gli uomini politici dovrebbero ricordare.
“La colpa, caro Bruto, non è nelle nostre stelle, ma in noi stessi” “Buona notte, e buona fortuna”
Luigi Corbani
(martedì 28 luglio 2020)
BELLISSIMO e INECCEPIBILE
Presidente regionale per forzato ritiro altrui, monumento d’insipienza ma non di sagacia ed infine anche alquanto pirla ma meritevole di sollecito congedo
Esemplare, Luigi
Che tristezza, un Presidente di Regione, che non potrà più rappresentare i Cittadini della Lombardia, perchè la gente ricorda.
Con che faccia si può presentare ? Soldi in Svizzera, Fondo alle Bahamas, Interessi privati con la vendita dei camici.
Dimettiti Fontana, che forse è il momento giusto!