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E lui ride…Di Maio e i 5S, la scuola di una nuova sgangherata casta

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Si, lui ride. Boh. Ma che c’ha da ridere? È il sorriso del clown al circo. Più ne prende e più ride. Per farci ridere, generosamente. Si sa… Solo che quelli del clown sono schiaffi finti, quelli di Di Maio sono schiaffi veri. Eccome! Per farci piangere, però, sadicamente.

Ma in quel circo, che hanno messo in piedi i 5stelle, questo scugnizzo ridicolo, ci costringe a vedere anche i suoi funambolismi. Capriole da far invidia all’Arlecchino di Soleri.

Ne ha prese così tante da far crollare un gigante. Ad onta dell’apparenza, evidentemente, dalla quale emerge chiaro che, rispetto alla sua statura intellettuale, la sua statura fisica è davvero gigantesca, se gli permette di incassare, senza batter ciglio, una batosta dietro l’altra.

Ha subito, non sconfitte elettorali, ma veri e propri crolli mai visti.

Si è smentito ripetutamente, senza vergogna, e continua a farlo, non solo su affermazioni difficili, per lui, ma soprattutto, su questioni rilevanti come Tav, Tap, opere pubbliche e quant’altro aveva promesso, e spergiurato, che non sarebbero mai passate.

Ha fallito in operazioni simbolo, come il reddito di cittadinanza, che doveva abolire la povertà, poveretto lui…, e produrre posti di lavoro. Qualcuno ha visto che fine hanno fatto i navigator? Quei soggetti disoccupati che, non riuscendo a trovare il lavoro per sé, dovevano trovare il lavoro agli altri. Mentre la Svimez, il più autorevole osservatorio sulle politiche per il Mezzogiorno, ci dice che il reddito di cittadinanza disincentiva la ricerca di lavoro. Ma per la loro propaganda i fallimenti sono medaglie…

Ha fatto gaffes da nascondersi, a vita, per la vergogna.

Guida un movimento, che ha smentito tutto l’armamentario propagandistico fondativo delle sue fortune: “uno vale uno”, i “meet up”, lo “streaming”, la “trasparenza”, l’”onestà onestà”. Dopo dieci mesi di galera, e un processo in corso per mazzette, il loro capo a Roma torna a presiedere il Consiglio Comunale!

Si dichiarano “post ideologici” e fanno solo ideologia, ma senza cultura, dico poco. Quella che gli permette di andare con disinvoltura a destra come a sinistra e, per me, anche a… quel paese dove, loro, purtroppo sono riusciti a mandare tutti noi.

Per non dire della lotta anticasta. Non si è mai vista una vera e propria “scuola di formazione alla casta”, certo sgangherata, ma pur sempre casta: l’unico obiettivo veramente raggiunto, che si cerca di mascherare con chiacchiere, slogan e no a tutto.

Non sono io che lo dico, ma Bugani, potente eminenza grigia fondatore del movimento, che in una intervista dice “io vedo una lotta spietata per i posti di comando”

Da due mesi non riescono a nominare il capogruppo alla Camera.

Ma l’esempio, come si dice, viene dall’alto. Mai visto un collezionista di poltrone, e che poltrone.., come il loro capo, Di Maio, con i disastrosi risultati che sono drammaticamente evidenti. Quello che sconcerta ancora di più, è l’accanimento per l’attaccamento alle poltrone, soprattutto ricordando la retorica con cui ci hanno rotto per dieci anni. La sceneggiata sulla vice premiership del governo giallorosso, l’abbiamo penosamente vissuta tutti. Con i ricatti su tutto, le poltrone sue e quelle degli amici. Roba da fare invidia ai vecchi partiti della casta, certamente meno assatanati e rozzi di questi parvenu.

E intanto con tutti i rovesci subiti, non c’è il minimo segnale su possibili dimissioni. Da qualcosa. Si continua imperterriti con la supponenza, l’arroganza, i diktat di sempre. A differenza di quanto accade, per molto meno, in tutti i paesi di costumi e civiltà democratica.

E, per non abbandonare le poltrone nel suo incerto futuro, non è un caso che ci siano voci sul suo progetto di un accordo con Salvini, quale prossimo vincitore alle prossime elezioni.

Ministro degli esteri! Che non va alla riunione del G 20 giustificandosi con l’impegno di una visita…a Corleone. Per me non si sente in grado di stare a quel tavolo. E, questo è forse, l’unico suo merito. Ma perché quel mestiere, allora?

Ci pensiamo alla reputazione del Paese? La settima potenza economica del mondo. Lui emblema di una nomenklatura al potere, incolta e incompetente, che ci sta facendo danni incommensurabili, materiali, morali e politici.

Sarà anche stato votato. Certo. Ma io mi vergogno come cittadino di questo paese, di essere rappresentato e governato da lui, per un verso, e da quell’”altro” arnese capo dell’opposizione, per un altro. Del resto la storia ci insegna quanto, anche col voto, siano stati talvolta generati dei “mostri col sonno della ragione”. Grande Goya!

Benito Boschetto

(sabato 23 novembre 2019)

1 thought on “E lui ride…Di Maio e i 5S, la scuola di una nuova sgangherata casta”

  1. Giacomo ha detto:
    Novembre 24, 2019 alle 10:58 am

    Da condividere e diffondere, in attesa attiva che si possa far qualcosa di più e di meglio

    Rispondi

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