Ovvero, quando gli immigrati diventano buoni.
Mi ha colpito ieri questo twitter del sindaco di Bergamo “Nell’agricoltura italiana lavorano 400 mila lavoratori stranieri regolari, il 36% del totale, la maggior parte dei quali rumeni. Quest’anno non arriveranno. Chi raccoglierà gli ortaggi e la frutta? Servono almeno 200 mila lavoratori extracomunitari. Serve subito un decreto flussi”. E i lavoratori stranieri irregolari ? mi viene da chiedere.
Il sindaco faceva propria una intervista del “Corriere” al Presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, preoccupato che i romeni non vengano a fare il lavoro stagionale, timorosi del contagio particolarmente diffuso in Italia.
Il capo di Confagricoltura dichiara anche “che gli ultimi campi senza immigrati saranno degli anni 70”. Per essere precisi, alla fine degli anni 70, c’erano già gli immigrati, in particolar modo africani, che raccoglievano i pomodori San Marzano nei Comuni tra le provincie di Salerno, Avellino e Napoli, così come a Mazara del Vallo c’erano già migliaia di tunisini addetti alla pesca. Ma non è questo il punto.
Primo. Avete mai sentito il Presidente di Confagricoltura prendere posizione contro Salvini negli anni scorsi? Mi sarà sfuggito, ma non ho notizie di dichiarazioni ferme e decise a favore degli immigrati, per il bene dell’economia italiana.
Secondo. Ci sono migliaia di extracomunitari in tendopoli e baraccopoli (disumane, in mezzo alle immondizie, senza le minime tutele igieniche), o in ripari di fortuna, dalla Calabria, alla Puglia, al Veneto, alla Lombardia. E buona parte di queste persone, con i decreti sicurezza del governo Conte-Di Maio-Salvini (che l’attuale governo non ha mai modificato), sono diventate illegali. Però servono tuttora, con lo sfruttamento più bestiale, a raccogliere frutta e verdura. Ma, in tempi passati, nessuno degli agricoltori ha alzato la voce per dire che bisogna dare dignità e salari adeguati a questi lavoratori.
Terzo. Con il “resta a casa” sono spariti dalle strade tutti gli extracomunitari, che non escono neanche dalla loro tendopoli (servizio del GR1 delle ore 13,00 del 31 marzo 2020 su Borgo Mezzanone, a 10 km da Foggia, tremila persone): non lavorano e non hanno diritto a nulla, né al sussidio di disoccupazione, né al reddito di cittadinanza né alla cassa integrazione. Ed è tutta gente che vorrebbe lavorare, ma quasi sicuramente non potrà prendere neanche il “reddito d’emergenza” o il “reddito universale”. Lo potranno prendere i lavoratori italiani in nero, gli evasori fiscali italiani, ma non quelli che lavorano, che lo Stato italiano ritiene non esistano.
Quarto. Ho chiesto, in un twitter, qualche tempo fa, se qualcuno sa dirmi quanti extracomunitari siano positivi al covid-19 e quanti di loro siano ricoverati in Lombardia e nel resto d’Italia. Forse è un dato che mi è sfuggito. Eppure sarebbe interessante saperlo, non perché io pensi che gli extra comunitari siano immuni dal virus. No, volevo semplicemente sapere se si presentano negli ospedali o, pur avendo febbre e altri sintomi, non vanno negli ospedali. Perché se accadesse questo, sarebbe un rischio per loro e per altri. Per inciso, magari fare il test alle badanti che assistono gli anziani, sarebbe una buona misura di controllo e di prevenzione del coronavirus.
Quinto. A nessuno del governo viene in mente – al fine di dare a tutti l’assistenza sanitaria, alla luce del sole, anche per tutelare la loro e la nostra salute – di fare come il governo portoghese: una sanatoria per i richiedenti asilo e per tutti gli stranieri senza permesso di soggiorno. Per ottenere il permesso bisognerà solo dimostrare di aver già effettuato una richiesta. “Perché in questa fase tutti hanno diritto alla sanità e ai servizi pubblici”
Sesto. Ma quale decreto flussi ! Prima gli italiani in nero ! Per risolvere il problema della mano d’opera nelle campagne, oltre agli extra comunitari, si possono impiegare i percettori del reddito di cittadinanza, i disoccupati, quelli che hanno dei lavori in nero. Dategli un bel lavoro nelle campagne a quelli che minacciano una “rivolta sociale”. Fra l’altro, forse i voucher (inutilmente aboliti) farebbero comodo in questo momento, anche per far emergere il nero e lo sfruttamento.
Tutte ipotesi, inutili, perché il governo si muove senza nessun piano, se non quello di distribuire soldi a tutti: è l’occasione per un bel “reddito universale, per diritto di nascita, destinato a tutti, dai più poveri ai più ricchi”. Per il lavoro e la produzione, c’è tempo, il governo ci penserà dopo il coronavirus, adesso basta che qualcuno ci dia i soldi. Anzi, li pretendiamo dagli altri, dall’Europa, in nome della solidarietà, perché – come ha scritto un fine analista di Repubblica – “le bare che si accumulano quotidianamente, l’una sull’altra, acquistano peso”.
E la mia angoscia di fronte alle vittime aumenta per il cinismo e la stupidità di un tale argomento, e perché questo è un Paese perduto alla ragione.
Yanez de Gomera
(martedì 31 marzo 2020)