Ogni puntata di “Sette storie”, in onda dopo “Montalbano”, in seconda serata su Rai1, costerebbe dunque mezzo milione di euro. Domanda: la Commissione parlamentare di vigilanza potrebbe chiedere conto se le cifre sono esatte e domandare se un costo simile è plausibile di questi tempi per una operazione per sette lunedì da giugno ad agosto. Il tutto sembra piuttosto un risarcimento “professionale” alla signora Monica Maggioni che recentemente ha perso la carica di amministratore delegato di RaiCom, a cui era passata una volta tolta da Presidente della Rai:“…L’ineffabile Monica Maggioni, promossa amministratore delegato di RaiCom, società con un centinaio di dipendenti che si occupa di vendere i diritti Rai all’estero ma che con lei alla guida avrà l’onore di tenere a battesimo il tanto atteso canale in lingua inglese. Niente più (via) Mazzini, però. Trasferimento in via Novaro, vicino a (via) Teulada. Suite con bagno, of course” -scrive Carlo Verdelli nel suo libro “Roma non perdona – Come la politica si è ripresa la Rai” – “Monica Maggioni è milanese ma si muove nella Roma di sopra come se ci fosse nata (e anche a Washington, zona Capitol Hill, genere “House of Cards”). Ha un profilo molto curato e piuttosto lungo su Wikipedia, dove brillano le missioni da “embedded” (infiltrata all’interno di missioni militari) sui fronti di guerra, il titolo di commendatore della Repubblica, 11 premi giornalistici (tra cui il Val di Sole e uno del Casinò di Sanremo) e la presidenza della Trilateral Italia, salotto buonissimo fondato da David Rockfeller nel 1973 con finalità di spiegare al mondo come va il mondo specie dal punto di vista degli Stati Uniti d’America. Da direttore di “RaiNews24” ha ottenuto (Gubitosi regnante) il raddoppio degli organici, ma non degli ascolti” .
La Maggioni era stata per due anni dal 2013 a metà 2015 direttore della testata con “importanti investimenti per un rilancio in grande stile della testata, in accordo con l’allora direttore generale Gubitosi”. In una commissione di Vigilanza del Parlamento, Verdelli ebbe l’ardire di affermare: ”Rainews24 ha un organico di 189 giornalisti e uno share infinitesimale intorno allo 0,3 per cento. Mi pare evidente che così è inaccettabile”. Da quel momento, “Monica, come Roma, non perdona” e la Maggioni fece una guerra spietata a Verdelli, reo di avere proposto fra l’altro di trasferire il Tg2 a Milano e fare un TgSud a Napoli.
Intanto il 6 marzo 2020 il consiglio di amministrazione della Rai approva il “piano industriale 2019-2021” ( sul sito non si trova) e nel comunicato stampa si dice: “Come previsto dal Contratto di servizio, l’offerta sarà ampliata attraverso un canale in lingua inglese, con un palinsesto basato su produzioni originali, contenuti provenienti da archivi Rai, spazi informativi e eccellenze cinematografiche italiane sotto-titolate. Il canale in inglese sarà prodotto e distribuito da Raicom.” Qualcuno dice che la sede sarà a Milano, e che il budget per l’autunno 2020 sarà uguale a quello del programma della Maggioni: 3,5 milioni.
Nel programma della Maggioni, sembra ci sia spazio per Marcello Sorgi, con una pagatissima (quanto? o è un segreto di Stato?) consulenza. Si noti che Sorgi direttore del Tg1 (dal 1 dicembre 1997 al 7 giugno 1998) mise la Maggioni, assunta in Rai nel 1996, alla conduzione di “Unomattina estate” nel 1998. Naturalmente, la Maggioni, che fece la prima uscita da presidente della Rai al Meeting di Comunione e Liberazione di Rimini, dove è stata ospite assidua, chiama a collaborare al suo programma, Roberto Fontolan, giornalista e direttore del Centro Internazionale di CL. Con Fontolan, anche lui formatosi alla Cattolica di Milano come la Maggioni, la Monica ha realizzato nel 2014 il documentario “La Strada bella”, dedicato al 60esimo anniversario dalla nascita di Cl, un montaggio di testimonianze di fedeli di don Giussani da ogni parte del globo.
Le fonti bene informate dicono che la Maggioni voleva anche Costanza Esclapon, che era a capo della comunicazione e delle relazioni esterne della Rai all’epoca di Gubitosi e che è stata presidente del consiglio di amministrazione di RaiCom e membro del consiglio di amministrazione di RaiCinema. La Esclapon poi è stata chiamata alla Alitalia da Gubitosi, quando costui nel 2017 è stato nominato commissario. E lì, all’Alitalia, Gubitosi si era portato anche Carlo Nardello, capo del suo staff alla Rai, e Nardello, adesso “Chief strategic development & transformation Officer” (tutto un programma!) di Telecom targata Gubitosi, è anche nel consiglio di amministrazione della Inwit (società al 33% della Telecom). Qui in Inwit spa, come “Secretary of the Board of Director and General Counsel”, finisce anche Salvatore Lo Giudice, che era capo dell’Ufficio legale della Rai quando c’era anche Gubitosi. Dal 2003 al 2009 (governo Berlusconi, poi Prodi e poi di nuovo Berlusconi), Lo Giudice ha collaborato con la Presidenza del Consiglio dei Ministri quale esperto giuridico del Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria, prima e quale consigliere giuridico presso la Segreteria Generale, poi, e dal 1999 al 2003 è stato membro del Consiglio di Amministrazione di SEA (aeroporti di Milano) e dal 2001 al 2003 di SACBO (aeroporto civile di Bergamo).
Il settimanale “L’Espresso” aveva messo in evidenza i rapporti tra Lo Giudice e Luigi Bisignani, il faccendiere già iscritto alla loggia massonica segreta P2 di Licio Gelli e molto attivo nel mercato delle nomine delle aziende pubbliche. E guarda caso quando nel 2017 nel cda del “Sole 24 Ore” c’era Gubitosi, venne assunto Salvatore Lo Giudice, mentre venne affidata una consulenza a Costanza Esclapon, che oggi fa parte del consiglio di amministrazione di Mediaset spa, e, dal maggio 2020, è consigliere di Amministrazione dell’Enel, di cui era stata capo ufficio stampa. Ma guarda un po’? Il marito della Esclapon, Simone Cantagallo, diventa direttore della Comunicazione della Telecom, targata Gubitosi. Ma le coincidenze non finiscono mai: infatti si dice che la Esclapon, che è stata anche in Intesa, abbia creato una società la CsC Vision srl, nella quale è socio Carlo Nardello. Il gioco della tombola non finisce mai. E come la mettiamo con il fatto che Enel è socia ( al 50% con la Cassa depositi e prestiti) di OpenFiber, società in lotta con TIM sulla rete unica: moglie e marito sono su due sponde opposte ? Chi ha proposto la Esclapon nel cda dell’Enel? Si dice le 5S, ma i più informati dicono, le 5S su suggerimento di Luigi Bisignani.
Per fortuna che qualcuno ha detto alla Maggioni che c’era un piccolo conflitto di interesse di una bravissima (anzi, più che bravissima) esperta di comunicazione. “Smentito dalla diretta interessata – dice il Corriere – l’approdo della Esclapon al programma della Maggioni”: il che significa che qualcuno ha davvero pensato che fosse possibile offrire il posto di collaboratrice della Rai ad una consigliera d’’amministrazione di Mediaset.
Una bella trama di incarichi, come si vede. Ma in questo caso viene da pensare che non sia solo un caso da “generone romano”. E visto che non ci sono più i “partiti”, ma ci sono solo dei simulacri di partito, chi tesse in realtà questa ragnatela? Chi comanda effettivamente, usando le aziende pubbliche come roba sua?
Intanto il contribuente paga 7.700 euro al minuto per l’ennesimo talkshow.
Paolino Casamari
(sabato 20 giugno 2020)
Uno schifo col solito inestirpabile, ancora… c… o!, peccato originale: CL