Alcuni amici e compagni contestano il fatto che l’unica novità delle elezioni sia il polo “Azione-Italia Viva”. Ma sul fatto politico credo che non ci siano dubbi.
Magari è avvenuto per cause di forza maggiore: Calenda si è accorto dell’errore politico dell’accordo con il PD, il “patto degli indigesti”, sottoscritto anche per la spinta di Bonino e Della Vedova per la brama di posti “sicuri”, garantiti dal PD. E con la illusione di essere – come dicono adesso- co-front runner, il leader della coalizione in compagnia di Letta.
Calenda ha constatato che la sua presenza si perdeva e si annacquava in un estremismo parolaio, condito con una assidua pratica di potere, di una parte del Pd (Emiliano, Boccia Provenzano Orlando, Zingaretti, Bettini, ecc. ) che viaggia d’intesa con Sinistra italiana e Verdi: quella parte che rimpiange ancora il compagno di viaggio, il comproprietario del “campo largo”, Conte e le 5S.
E, quando Calenda si è accorto del trappolone, Renzi, con molta furbizia politica, gli ha fatto spazio, evitando così l’isolamento di Italia Viva.
Ora, quali che siano le circostanze, rimane il fatto che questa intesa Calenda Renzi è una novità, impensabile fino ai primi di agosto. Una novità che sta riscuotendo consensi in una area democratica moderata, e che recupera anche un elettorato di vocazione ”riformista” che non ha avuto rappresentanza finora, o che è rimasto deluso dalla pratica di governo e dalle confuse proposte programmatiche del PD, di questi anni.
I sondaggi, per quello che valgono, danno questa aggregazione o “terzo polo” – come viene chiamato – al 6,8%, tendenzialmente in crescita. E questo è confermato anche dal calo di Forza Italia e dal modesto risultato di “noi moderati”.
Questo almeno nell’ultimo sondaggio SWR del 28 agosto, che continua a rilevare una consistente parte dell’elettorato (il 38%) che non si esprime e che rimane tale anche a distanza di un mese dall’ultimo rilevamento.
Ed è bene smentire subito una diceria, secondo cui Azione-Italia Viva fanno perdere le elezioni al Pd e alla sinistra. Allo stato attuale, questa affermazione appare un bufala colossale. Ripeto, in base all’ultimo sondaggio disponibile, il PD viene dato al 22,3%, i Verdi-Sinistra Italiana al 4% (per inciso, meno di Azione/IV), +Europa al 1,5%, Impegno Civico (Di Maio-Tabacci) al 1,2%. Quindi il centrosinistra, così configurato, sarebbe al 29%, quasi 17 punti percentuali meno del centrodestra.
Infatti il centrodestra registra Fratelli d’Italia (primo partito in assoluto) al 24,8% (in aumento), la Lega al 12,5% (stabile), Forza Italia al 7% (in diminuzione) e il raggruppamento di “Noi moderati” (Lupi, Totti, ecc) al 1,6%, in totale dunque il 45,9%.
Alcune considerazioni. Primo, il divario tra Fratelli d‘Italia e PD sembra aumentare a favore del partito della Meloni: era l’0,5% all’inizio di agosto, oggi è il 2,5%.
Secondo. Stando ai numeri del sondaggio, solo una coalizione del centrosinistra più Azione/Italia Viva più 5S sorpassa il centro destra. Infatti grazie alle 5S – con mio grande stupore e disappunto e nonostante le loro giravolte, sono in crescita – che si attestano al 11,6%, la coalizione antidestra sarebbe in vantaggio di un punto e mezzo, al 47,4%.
Si consideri che Italexit di Paragone è al 3,4 e altre liste sparse sono al 3,3%.
Una ultima considerazione: nella zona di Milano, corrono 21 liste per la Camera e 17 per il Senato.
Nel giugno 1987, prima dell’ondata dei referendum “maggioritari” che dovevano semplificare il panorama politico (secondo gli autorevoli promotori con una visione del futuro, che non si poteva mettere in dubbio), alla Camera dei deputati, nella circoscrizione Milano Pavia (48 deputati da eleggere), vennero presentate 17 liste, di queste solo dieci ebbero dei deputati, Al Senato, in Lombardia, vennero presentate 14 liste, e di queste, 11 ebbero dei senatori, compresa la Lega Lombarda che ebbe un senatore. La Lega ebbe anche un deputato nel collegio Como Sondrio Varese, dove fece il 6,70% (quarto partito, dopo DC, PCI, PSI e prima del MSI-DN).
Ma erano tempi in cui – dicevano – c’era la frammentazione, la instabilità politica e di governo. Oggi invece, viviamo in un sistema bipolare, ( o tripolare? o quadripolare?), comunque non ancora bipartitico, (ma con un pò di ottimismo ci arriveremo), abbiamo una grande stabilità di governo, ma soprattutto abbiamo una grande stabilità politica. O no? O ci siamo ingannati con cinque leggi elettorali, in trent’anni, una peggio dell’altra?
“La colpa, caro Bruto, non à nelle nostre stelle, ma in noi stessi” “Buona notte, e buona fortuna”
Luigi Corbani
(martedì 30 agosto 2022)