La sentenza del Tar sulla scuola di via Vivaio è una vittoria della ragione e delle ragioni dei genitori, del Consiglio di Istituto. e della preside di questa gloriosa e benmerita scuola di Milano.
Gli atti del Comune, che è stato chiamato anche a pagare le spese legali alle famiglie, sono stati dichiarati “illegittimi”.
E da quello che si legge sui giornali, ci sono alcuni punti su cui il Comune, o per meglio dire la Giunta e la maggioranza del Consiglio Comunale, dovrebbero riflettere.
Il Comune si è mosso in “una logica di puro risparmio di spesa”: il Tar ha anche smentito la balla raccontata dalla Giunta per cui “c’è un obbligo legislativo di eliminare le affittanze passive, man mano che arrivano a scadenza” Secondo il Tar, questo obbligo non sussiste: “la scelta del risparmio non è imposta dalla norma, ma a «parità di condizioni, è semplicemente desiderabile”
Il Comune non ha realizzato “una programmazione ed una equiparabilità dei due locali scolastici, volta a garantire agli utenti già iscritti gli stessi standard di specialità”.
Il Comune non ha coinvolto adeguatamente la scuola e prima di pensare ad un eventuale trasferimento, dovrà essere rifatta l’istruttoria, «nell’arco temporale di quest’anno scolastico, coinvolgendo l’istituzione scolastica e valutando le osservazioni tecniche sul plesso di via D’Annunzio che i genitori hanno prodotto».
Il Comune ha speso oltre un milione di euro per una sede inadeguata. Negli ambienti comunali, si dice che potevano essere spesi per altre scuole, davvero fatiscenti e si aggiunge che la d’immissione della scuola di via Spiga preannuncia la vendita dell’immobile, nella logica di “vendita del patrimonio immobiliare comunale”
Su “Ilmigliorista” scrivevo il 1 dicembre di quest’anno: “Che senso ha allontanare la scuola di Via Vivaio da sempre in simbiosi con l’Istituto dei Ciechi? Una scuola, in cui la musica e altre attività culturali, per disabili e no, sono da sempre un modello educativo. Un modello che una città sensibile alla formazione culturale e alla educazione artistica dovrebbe diffondere. È “la scuola di via Vivaio”, per noi milanesi, ma il Comune la va a togliere dalla sua sede “storica”, perché al Comune non va bene l’affitto di 260 euro al mq, 650.000 euro all’anno. Però il Comune spende 330.000 euro per realizzare una farsa di “dibattito pubblico” su San Siro a favore delle due società per azioni, americana e cinese, dalla proprietà indefinita, che pro tempore gestiscono il Milan e l’Inter. Un Comune che il 22 settembre 2022 dichiara di chiudere il bilancio consolidato del 2021, con le sue partecipate, con un utile netto di esercizio di 145 milioni di euro. Come si fa ad accettare una logica per cui istituzioni culturali e formative sono messe alla stretta da un Comune con un bilancio in attivo?”
Ora tutta questa vicenda è l’ennesima dimostrazione che la scelta del ”tiro dritto, non torno indietro”, espressa dal Sindaco e dalla sua Giunta, non paga. Né per l’area B, né per la scuola di via Vivaio, né per la vicenda di San Siro. Qualsiasi critica viene scambiata per “lesa maestà”: il confronto, la discussione sono demonizzati, le opinioni diverse sono sinonimo di scontro. Non si comprende che lo scontro delle idee, delle soluzioni politiche è l’essenza della dialettica politica.
Quando si affida la soluzione dei problemi a un organo giudiziario, civile, penale, amministrativo, contabile, significa che la politica ha perso, e con essa hanno perso i partiti. La politica è scontro e dibattito, ma è mediazione, è compromesso, è lo strumento per comporre le controversie nell’interesse della civile convivenza, della comunità.
La politica è lo strumento per trovare il consenso, più largo possibile, per risolvere i problemi. La politica è scelta, il che implica molte rinunce: ed è qui l’abilità della politica, quella per cui ogni scelta comporta vantaggi per la collettività superiori agli svantaggi delle rinunce.
Quali vantaggi ha avuto la maggioranza dei cittadini milanesi da certe posizioni autoritarie? Quale politica esprime la logica “tiro dritto”, del “qui comando io, perché mi hanno eletto i cittadini” (peraltro uno su quattro) sull’area B, sulla scuola di via Vivaio, su San Siro? Sono posizioni che aiutano a risolvere le questioni e aumentano il consenso alla Giunta e ai partiti della maggioranza di Palazzo Marino? E la vicenda di via Vivaio, dal punto di vista politico-elettorale, aumenta i consensi al centrosinistra, o fa aumentare l’area del centrodestra o dell’astensionismo, anche di coloro che nel passato votavano per il PD?
Non sarebbe il caso, invece di pensare al ricorso al Consiglio di Stato, di far tesoro di questa vicenda, riprendere il colloquio con i genitori di Via Vivaio? Questi ultimi non sono pericolosi estremisti, che anzi hanno dimostrato molta ragionevolezza e disponibilità a trovare delle valide soluzioni, anche economiche.
Che ci sta a fare una forza politica di maggioranza, in Consiglio Comunale, se non è capace di cogliere gli umori dei cittadini, anziché appiattirsi sulla posizione di un Sindaco protempore, e in scadenza di mandato, e sulla sua Giunta ?
Una forza politica, che vuole consolidare i suoi consensi, magari anche ampliarli, deve avere l’autonomia per mediare tra le posizioni della Giunta e i cittadini, deve avere una iniziativa “politica” che ricomponga la volontà di partecipazione dei cittadini, anche nel dissenso, con l’attività e le scelte delle istituzioni.
Quando viene a mancare una organizzazione intermedia tra cittadini e istituzioni, si crea una disaffezione, una “apolitica” che si traduce in una riduzione della vita democratica.
“Aguzza qui, lettor, ben gli occhi al vero
ché ’l velo ora è ben tanto sottile
certo che ’l trapassar dentro è leggero”
Dante Purgatorio Canto VIII, 19-21
Luigi Corbani
(mercoledì 21 dicembre 2022)
Ottimo, sono contenta! Impeccabile anche il commento
Disamina eccellente e da genitore di una ragazzina certificata, che frequenta la Vivaio, dico che questa Giunta deve andare a casa perché hanno dimostrato abbondantemente di non essere in grado di capire ed essere vicino ai reali bisogni dei cittadini.
Ok