Siamo ad una altra vittoria di chi si batte contro la ottusità e l’insipienza della Giunta, che dichiara che però “non torna indietro, tira dritto”
Già l’idea di trasferire una scuola nel mezzo dell’anno scolastico (31 dicembre) è assurda, poi l’idea di continuare a rinviare con annunci dell’ultimo momento, quando si sa (basta vedere il cartello dei lavori esposti in via D’Annunzio) che la nuova sede, peraltro inadatta, non è pronta.
Che senso ha allontanare la scuola di Via Vivaio da sempre in simbiosi con l’Istituto dei Ciechi? Una scuola, in cui la musica e altre attività culturali, per disabili e no, sono da sempre un modello educativo. Un modello che una città sensibile alla formazione culturale e alla educazione artistica dovrebbe diffondere. È “la scuola di via Vivaio”, per noi milanesi, ma il Comune la va a togliere dalla sua sede “storica”, perché al Comune non va bene l’affitto di 260 euro al mq, 650.000 euro all’anno. Però il Comune spende 330.000 euro per realizzare una farsa di “dibattito pubblico” a favore delle due società per azioni, americana e cinese, dalla proprietà indefinita, che pro tempore gestiscono il Milan e l’Inter.
Un Comune che il 22 settembre 2022 dichiara di chiudere il bilancio consolidato del 2021, con le sue partecipate, con un utile netto di esercizio di 145 milioni di euro. Come si fa ad accettare una logica per cui istituzioni culturali e formative sono messe alla stretta da un Comune con un bilancio in attivo?
Un Comune che vende tutte le sue proprietà (a quando la vendita del Palazzo Beltrami, sede della Ragioneria, in piazza Scala?) e che non è in grado di mettere a posto la Palazzina Liberty, di sua proprietà, al Verziere, in Largo Marinai d’Italia. Risultato: la Palazzina è chiusa e gli enti musicali (“Milano Classica” in primis) che lì realizzavano le loro stagioni, hanno dovuto andare altrove. Con un bel risultato: l’abbandono aumenta il degrado edilizio e l’assenza di socialità, connessa all’attività culturale, crea problemi di sicurezza nel parco e nella zona.
Stiamo parlando di lavori dell’importo di tre milioni di euro, che il Comune avrebbe dovuto fare già da tempo per adeguare la struttura alle normative di sicurezza. Naturalmente, da ottobre 2021, la Giunta doveva provvedere ad una delibera per affidare, “ad un concessionario in grado di realizzare quegli interventi funzionali e di gestire per trent’anni la Palazzina”.
E qui siamo ad un film già visto, purtroppo. La Giunta Sala come la Giunta Albertini: non è bastata l’esperienza del bando del Teatro Lirico, chiuso per ventidue anni, e poi rimesso a posto con i soldi del Comune (16 milioni di euro, invece dei 3,5 che sarebbero stati spesi nel 1988-1989).
Perché il Comune di Milano non deve investire sulle sue sedi ? Perché il Comune non deve investire sulla cultura e sulla scuola? Perché deve alzare gli affitti a tutti i centri culturali o mettere in gara l’affitto delle sedi ? Per fare gli utili? È una politica saggia vendere il patrimonio e affidare tutto ai privati? Ma in Comune qualcuno si rende conto che impoverire la città dal punto di vista culturale significa togliere l’anima a Milano? Con un centro che sempre di più diventa un mangificio e uno spendificio !
Alla fine, sembra che il Sindaco e la sua giunta non abbiano davvero nessun amore per Milano: come diceva un manifesto del Comune, pensano ad una città attrattiva per i fondi finanziari e immobiliari, e per i consumatori temporanei della città come i turisti.
Sindaco e giunta si muovono come se il Comune fosse cosa loro, “tirano dritto” e non pensano a lasciare alle future generazioni un Comune con un maggiore patrimonio e una città con forte identità culturale.
“Aguzza qui, lettor, ben gli occhi al vero
ché ’l velo ora è ben tanto sottile
certo che ’l trapassar dentro è leggero”
Dante Purgatorio Canto VIII, 19-21
Luigi Corbani
(giovedì 1 dicembre 2022)
👏👏👏👏
Mamma mia che abbaglio questo Beppe Sala che continua ad essere ammiratissimo da questa ‘sinistra’ che ha perso la bussola!
Poveri noi milanesi che credono ancora in certe cose. Tenete duro!
Attilia