Un mostro si aggira per Milano: SalHulk.
Un mostro metà rosa salmone (rosso sarebbe troppo) e metà verde.
Un mostro frutto di una mutazione genetica che ha trasformato un gran borghese, già sindaco stanco e riluttante, in un promesso sposo dell’ambientalismo immobiliare.
Contro di lui oggi si erge la figura dell’ArciSindaco Gabriele che sembra disposto a lasciare il suo orticello da Lucio Quinzio Cincinnato pressato da più parti perché scenda di nuovo in campo per risollevare Milano dall’apatia in cui la svogliata Amministrazione uscente l’ha precipitata.
Ancora non sappiamo se questa sfida sarà combattuta.
Ormai certa sembra la candidatura di SalHulk.
Dopo mesi di agonia (mai interrotta peraltro dal principale partito che lo sostiene, e al quale non si è nemmeno mai iscritto, l’altrettanto agonico PD) si è finalmente deciso il giorno di Sant’Ambrogio ad annunciare la sua ricandidatura sollevando i suoi elettori dall’angosciosa e tormentata attesa. Subito, però, facendoli precipitare di nuovo nell’angoscia e nel tormento proclamandosi novello Verde, per giunta europeo (cosa questo significhi davvero non è dato sapere).
Nulla di certo, invece, si sa delle reali intenzioni dell’ArciSindaco Gabriele. Pur sollecitato da favorevoli sondaggi (alcuni di fonte affidabile) e ormai quasi implorato dai leader dei partiti del centrodestra (che trovano sì, vari candidati disponibili, ma nessuno valido veramente), egli ancora riflette – da uomo prudente qual è – sull’opportunità di questa scelta.
Chi lo conosce bene non dubita che egli avverta il richiamo della responsabilità e della sfida, ma neppure che egli colga la necessità di una proposta adeguata ai tempi e, soprattutto, al tempo della rinascita post-pandemia.
In questo è fortemente carente SalHulk, le cui proposte immaginifiche (dalla resurrezione dei quartieri periferici, alla città fast use in 15 minuti) non trovano concretezza in progetti valutabili in termini di tempi, risorse e risultati. Non sembrano, soprattutto, tener conto della terribile esperienza pandemica che ha cambiato condizioni e stili di vita, aspettative e aspirazioni dei milanesi. Così come non si trova cenno nei suoi proclami di impegni in materia di cultura, di servizi alla persona (pensiamo solo alla tremenda necessità di un servizio sanitario di prossimità sul quale un sindaco attento avrebbe già dovuto impegnarsi), di soluzioni per una vera migliore qualità della vita e del lavoro in città.
Di SalaHulk si ricordano le calze arcobaleno e i proclami dalla poltrona alla FrankUnderwood..
Dell’ ArciSindaco Gabriele si ricordano le mutande di cachemire, ma anche la realizzazione di Porta Nuova, City Life, MM4.
Attendiamo che la sfida si annunci.
Allora si potrà (forse) cominciare a discutere di cose serie.
Pepito Sbazzeguti
(sabato 17 aprile 2021)