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Neanche il prezzo è giusto

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Per San Siro (290.000 mq. di superficie comunale), le due squadre avevano proposto (pagina 6 della relazione istruttoria della delibera della Giunta Comunale del 5 novembre 2021): “Le aree rimangono di proprietà comunale e vengono cedute in diritto di superficie per 90 anni (il cui valore è 76 milioni, secondo le squadre) e viene prevista la corresponsione di un canone complessivo nell’arco dei 90 anni pari a circa 275 milioni con la rinuncia alla esenzione del canone per i primi trent’anni. Ovvero le due società prevedevano un canone annuo di 2 milioni, crescente con il crescere dell’inflazione.  Valore terminale del nuovo stadio dopo 90 anni pari a 36 milioni.  Costi pari a 79,9 milioni “a carico dei Club” per la rifunzionalizzazione del Meazza.”

Ma il parere della Direzione Patrimonio Immobiliare del Comune è netto (pag 7 relazione istruttoria): “Il parere esprime la non congruità degli importi proposti dalle società  calcistiche Inter FC e Milan AC, quali corrispettivo per il diritto di superficie novantennale dell’intero Ambito GFU di San Siro sulla base dell’indice territoriale previsto dallo studio di fattibilità  ed incrementato rispetto a quello base (0,35 mq/mq di SL; pertanto non risulta congruo anche il valore della relativa rata annua novantennale in esame, con riguardo ai criteri stabiliti e alle modalità di costruzione del processo valutativo così come effettuato dall’Agenzia delle Entrate”.

Si noti che il parere è del 4 novembre 2021, il giorno prima della delibera di Giunta, la quale  se ne infischia della opinione di un Ufficio Comunale.

Fra l’altro, il Comune interpella la Agenzia delle Entrate sul valore della concessione solo dopo due anni dopo dalla prima proposta (10 luglio 2019)  di AC Milan spa e FC Internazionale spa, e dopo sette mesi dall’”aggiornamento” della proposta (6 novembre 2020).

“In data 04/08/2021 l’Agenzia ha formalizzato la propria stima, dalla quale risulta un valore del corrispettivo del diritto di superficie sulla base di articolate valutazioni e conteggi:

  1. € 177.140.939,34 il valore delle aree del comparto GFU, compreso il valore dello Stadio Meazza rifunzionalizzato;
  2. € 128.086.921,83 il valore del corrispettivo del diritto di superficie novantennale dell’intero Ambito GFU S. Siro
  3. € 2.789.271,38 il valore della rata annua novantennale, da indicizzarsi annualmente per tenere conto della componente inflattiva, da corrispondere ai fini della dilazione del pagamento al Comune di Milano da parte dei promotori (i Club) per l’attuazione dell’Ambito GFU San Siro;”

Insomma, anche per l’Agenzia delle Entrate  il valore proposto dalle squadre (76 milioni)  è ridicolo.

Ma cosa fa la Giunta? La delibera del 2021 è dell’assessore Giancarlo Tancredi ( responsabile unico del procedimento dal 18 luglio 2019 al 13 ottobre 2021 e poi promosso ad assessore da Sala, appunto il 13 ottobre). Già questa nomina e questo passaggio sollevano qualche perplessità.  E anche  il fatto che   il Direttore Generale Christian Malangone nomina responsabile unica del procedimento l’arch. Simona Collarini  in data 29 ottobre 2021, solo sette giorni prima della delibera, la dice lunga su chi effettivamente ha sempre avuto in mano la faccenda.

E cosa scrivono dunque  Tancredi e Collarini, con la firma  del segretario generale ? “Preso atto dei pareri espressi dalle Direzioni competenti, che sono sintetizzati nella allegata Relazione istruttoria….rilevato in particolare come la misura dello scostamento tra il canone/corrispettivo proposto e i valori che emergono dalla stima dell’Agenzia delle Entrate, unitamente all’impossibilità  tecnica di dimostrare la corrispondenza fra le volumetrie aggiuntive indicate e gli importi stimati per la proposta di rifunzionalizzazione, non consentono di dar corso alla richiesta di incremento degli indici volumetrici rispetto all’indice già  attribuito dal PGT” 

Una dichiarazione veramente imbarazzante: “se ci date più soldi, vi facciamo fare quello che volete! E se ci dimostrate che la demolizione dello stadio costa davvero  80 milioni, vi diamo le volumetrie aggiuntive.”

Ma non contenti di queste incredibili affermazioni, che basterebbero per chiedersi dove è l’interesse pubblico della proposta delle due società, aggiungono una perla:

“rilevato in particolare come l’attuazione della GFU San Siro si sostanzi in ogni caso nella realizzazione del Nuovo Stadio di Milano, come da elaborati progettuali prodotti dai Club, e delle funzioni urbane connesse, nei limiti dell’indice massimo 0,35 mq/mq;”

Cioè la Grande Funzione Urbana di San Siro è in ogni caso il Nuovo Stadio, di cui non hanno ad oggi in mano alcun progetto.

Cose che voi umani non avete mai visto e che non potete credere esistano.

Comunque, la rata annuale proposta era davvero ridicola.

Se pensate che dal 1 luglio 2000 al 31 marzo 2021 la rata annuale pagata dalle due squadre per la concessione in gestione dello Stadio Meazza è stata, in media,  di 8 milioni e quattrocentomila euro, per un somma complessiva di 175 milioni. Di questa rata al Comune sono andati  all’anno tra i 4,5 e i 5 milioni di euro in valore monetario, mentre a scomputo di manutenzione straordinaria o di innovazioni la cifra annua in media è stata di 3,2/4 milioni all’anno.

Per essere precisi dal 1 luglio 2000 al 30 giugno 2010 per lavori e migliorie sono state scomputati € 31.606.949,38; mentre dal 1 luglio 2010 al 30 giugno 2020 sono stati scomputati € 32.789.798,74.

Nel 2006 l’Agenzia del Territorio aveva definito il valore commerciale di San Siro in € 68.430.081,85 e da allora sono stati fatti molti lavori di ammodernamento anche per la finale Champions del 2016.

Una domanda: ma, prima di votare la delibera del 5 novembre 2021,  gli assessori della Giunta Comunale hanno  letto tutte le carte che accompagnavano la delibera ?

Come hanno fatto ad approvare quella delibera di “interesse pubblico” per un progetto di stadio, inesistente, e per un aggiornamento della proposta, che passava da 0,63 mq/mq a 0,518 mq/mq, in sintesi da 165.000 mq a 145.000mq. di edificazione (escluso lo stadio, ovviamente)?  Tutti indici di edificabilità ben lontani dalla “condizione necessaria per ottenere i successivi atti di assenso sul progetto”, cioè della richiesta di adeguamento dell’indice di edificabilità territoriale a quello massimo previsto, di 0,35 mq/mq., come scritto nella delibera del 8 novembre 2019.

Paolino Casamari

(domenica 23 gennaio 2022)

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