Beppe Sala, Sindaco di Milano, rilascia oggi un’intervista a Piero Colaprico de “la Repubblica” nella quale annuncia la sua conversione verde.
A onor del vero, confessa di aver sempre avuto un’anima ecologista, tanto da aver creato un Assessorato alla Transizione Ecologica, ben prima che il nuovo Presidente del Consiglio Mario Draghi inventasse un Ministero per la Transizione Ecocologica affidandolo alle capaci mani di Roberto Cingolani.
In realtà di questo Assessorato non appare traccia nel sito ufficiale del Comune di Milano.
Qui si trova “solo” una Direzione Transizione Ambientale e non un Assessorato, ma non stiamo tanto a sottilizzare.
Della creazione di un Assessorato alla Transizione Ambientale si trova traccia, invece, in un comunicato che annuncia un provvedimento del luglio 2019 con il quale il Sindaco ne dispone la costituzione, trattenendo però le relative deleghe.
Ennesimo episodio della politica di annunci non seguiti da fatti? Se ne parla, quindi è come averlo fatto.
Che Beppe Sala avesse un’anima verde lo si riscontra anche da un’altra intervista, sempre a “la Repubblica”, dell’11 febbraio nella quale il Sindaco di Milano afferma che “sulla transizione ambientale ci metto la faccia da un anno e mezzo”.
L’idea non è poi così originale: anche il Comune di Trento vanta una Direzione Sostenibilità e Transizione Ecologica, il Comune di Segrate un Assessorato alla Transizione Ecologica (e si qualifica come la “prima città italiana a istituire l’Assessorato” in questione), il Comune di Firenze un Assessorato alla Transizione ecologica e sociale, lo progettano (magari trasformando Direzioni già esistenti) a Torino, Varese e altrove.
Quindi, tanto originale da portarne vanto, l’idea non appare.
Certamente, il vero giudizio si deve dare sui contenuti dell’iniziativa, Direzione o Assessorato che sia, sui progetti e, soprattutto, sui risultati.
A questo proposito, occorrerebbe spiegare come si concili l’anima verde con la simpatia più volte manifestata verso gli immobiliaristi e archistar che nutrono progetti di cementificazione ulteriore della città (aree ferroviarie, nuovi quartieri magari schermati da un nuovo stadio di calcio, etc.).
Occorrerebbe anche spiegare come si sia fin qui sostanziata la vocazione verde del Sindaco Sala: le piste ciclabili (che spesso sfociano nel nulla), i posteggi per auto collocati improvvidamente in mezzo alle carreggiate (C.so Venezia), la conservazione dell’area C e l’istituzione dell’area B (sostanziale monetizzazione del disagio, anziché soluzione vera del problema del traffico e del conseguente inquinamento: intanto si respira smog, però il Comune rimpingua le casse con il pedaggio d’ingresso in città).
Ma s’impone anche una riflessione politica, se non è d’incomodo.
Beppe Sala, eletto Sindaco dal PD (non solo, ma soprattutto e comunque per scelta e volontà del PD) che oggi si dichiara turbato per le troppe correnti nel PD e alla vigilia dell’Assemblea Nazionale di questo partito (al quale non si è mai iscritto ma al quale deve tutta la sua “carriera” politico-amministrativa dopo l’esperienza non esaltante quale Direttore Generale dell’Amministrazione di centrodestra di Letizia Moratti), non trova che sia quanto meno inopportuno un simile pronunciamento di abiura?
E il PD, che ha sopportato la lunga agonia di un Sindaco, eterno indeciso, che pretendeva di scegliere i tempi della sua ricandidatura o la persona del suo successore, non trova nulla da dire? Maltrattato nei mesi di attesa, maltrattato ora, rinnegato e dileggiato confermerà il suo sostegno a Beppe Sala (magari non avendo la forza e la fantasia di scegliere un altro candidato)? Oppure gli indicherà la strada dignitosa e logicamente conseguente di una candidatura con una coalizione verde – M5S -sinistrorsi vari?
Strada difficile poiché i verdi milanesi hanno già un altro candidato Sindaco annunciato da tempo, Gabriele Mariani, con la lista “Milano in Comune” composta da Rifondazione Comunista, sinistra radicale e Comitati ambientalisti milanesi.
Quindi: una poltrona verde per due?
Ma Beppe Sala si acquatta nella sua confort zone PD (per non sbagliare, si dichiara buon amico di Enrico Letta) e liste limitrofe vassalle, pur prendendo le distanze, qualificandosi verde europeo, ma un po’ schifando i verdi nostrani, almeno quelli meneghini.
Leopoldo Fregoli non saprebbe tenergli testa.
Intanto, Beppe Sala ribadisce il suo progetto della città in 15 minuti da vivere nei quartieri e da girare a piedi o in bicicletta.
Una città dai ritmi lenti ma scossa da furore ecologico.
Abbiamo un nuovo personaggio di fantasia: dottor Sala e Mr. Hulk.
Pepito Sbazzeguti
(venerdì 12 marzo 2021)
Che fatica cercare un’identità politica, galleggiando senza sporcarsi le mani!!!!