Solo pochi giorni fa il Ministro Luigi di Maio aveva profetizzato, con iattanza e per l’ennesima volta, l’arrivo di un nuovo boom economico stile anni ’60, nel frattempo la Banca d’Italia ha lanciato l’allarme sul probabile ingresso dell’Italia in recessione. Oggi la stessa Banca ha presentato i dati ufficiali relativi all’ultimo trimestre 2018 che tagliano le stime di crescita dall’1% allo 0,6%. E aggiunge: ora è tecnicamente recessione. Ma Di Maio (il porta jella?) non molla il suo ottimismo, forte dell’ormai certo reddito di cittadinanza e bolla i dati di Bankitalia come “proiezioni apocalittiche”. Ma questo reddito di cittadinanza provocherà lo sviluppo che il Ministro dà per certo? Salvini intanto tace e parla esplicitamente di recessione. Quel che è certo ormai è soltanto l’erogazione di un reddito a chi non fa nulla. A conti fatti il reddito di cittadinanza, compresi i sussidi per affitti o mutui, può arrivare per una famiglia con due figli (quindi non particolarmente numerosa) a 1380 Euro mensili, una cifra pari allo stipendio di un manovale di una grande città.
In pratica un vero e proprio stipendio! E’ vero che chi riceverà e rifiuterà tre offerte di lavoro non avrà più diritto al reddito di cittadinanza Ma, mi chiedo, chi (soprattutto in certe zone depresse del Sud) ha mai ricevuto e rifiutato ben tre offerte di lavoro? Per concludere: quale sviluppo o nuovo boom alla Di Maio si creerà con questa misura che di fatto incentiverà milioni di “senza lavoro” a starsene a casa facendo nulla (o lavorando in nero) tanto ci sarà lo Stato (o meglio chi paga l’IRPEF) che gli garantisce la paga mensile? Mi trova perfettamente d’accordo Aldo Cazzullo che stamattina sul Corriere della Sera scrive: “Un conto è sostenere i poveri, con la formazione, l’avviamento al lavoro, il sostegno alle imprese che assumono, gli investimenti pubblici, i cantieri per grandi e piccole opere. L’Europa i soldi per i cantieri li dà, infatti i fondi europei non vengono spesi. I soldi per il reddito di cittadinanza e gli stipendi dei forestali bisogna prenderli ai lavoratori italiani che pagano l’Irpef. Dov’è l’etica? Dov’è? La convenienza per il Paese? Dov’è l’effetto volano per la crescita tornata al livello zero?”
Natale Contini