Ieri sera il TG2 ci ha spiegato che “dalle parole ai fatti, più che uno slogan, è il simbolo della politica di Salvini”. Mi vergognavo per i giornalisti della Rai.
Per mesi, quasi un anno, su radio e tv della Rai, dibattiti su dibattiti, su misure inesistenti, neanche scritte in uno straccio di legge. Solo mercoledì 27 marzo 2019, sono state approvate dal Parlamento le due misure per cui ci hanno rotto gli zebedei: quota 100 e reddito di cittadinanza. Ma voi adesso sentite trasmissioni e dibattiti su come sono state prese concretamente, dai cittadini italiani, regione per regione, queste due misure ? Chiedo: ma non è dovere dell’informazione darci delle notizie vere, partendo dai fatti su cui possiamo riflettere? Abbiamo sentito parlare di “navigator” in una trasmissione televisiva a novembre, buttata lì per lì, una proposta chiaramente improvvisata, solo perché il capo delle 5S aveva incontrato pochi giorni prima un docente dell’Università del Mississippi. E nessuno presente in quella trasmissione si è messo a ridere o ha detto al Ministro “Ma mi faccia il piacere!”, oppure gli ha chiesto come li assumete, quali qualifiche debbono avere, come lavorano e dove lavorano, ecc.
Qualche mattina fa, a Radio Uno, sento intervistare alcuni sindaci di piccoli comuni del Nord a proposito dell’aumento delle imposte locali e regionali e due giornalisti del servizio pubblico si lasciano andare a battute del tipo “ i Comuni ci marciano” “la stangata”, come se fosse colpa dei sindaci. Un giornalista del servizio pubblico dovrebbe fare attenzione alle parole e documentarsi: dovrebbe sapere che le addizionali Irpef comunali (limite massimo 8 per mille) e regionali (tra il minimo 1,23% e il massimo 3,33%) sono state istituite nel 1998 a fronte del possibile passaggio di funzioni dallo Stato alle comunità regionali e comunali, che peraltro non è mai avvenuto. In compenso lo Stato ha tagliato 22,5 miliardi di trasferimenti alle Regioni e ai Comuni, che hanno dovuto fronteggiare tali tagli facendo i salti mortali per non togliere servizi e prestazioni ai cittadini.
Ma questi giornalisti non pensano alla “stangata” che hanno a Roma, dove pagano le addizionali senza avere servizi adeguati. Forse pensano anche loro che il blocco delle scale mobili sia il frutto di un complotto dei poteri forti, come ha detto un simpaticone, che – mi dicono – dirige un giornale, considerato di sinistra da alcuni burloni.
Alla radio c’è anche qualche bella trasmissione, per esempio una alla sera con un bravo giornalista: ha però il difetto di affrontare troppi temi e ha lasciato la tradizione di mettere in contraddittorio punti di vista diversi. Ho apprezzato la calma con cui ha accolto un “viceministro dello sviluppo economico”, leghista di professione, visto che dal 1993 passa la sua vita a fare il sindaco, il deputato e il senatore. Pardon, è stato anche Presidente della Scuola Bosina, o Libera Scuola dei Popoli Padani; se avete voglia andate anche a sentire la registrazione (grazie alla meritoria “Radio Radicale”) del convegno “Fratelli su libero suol – Raduno delle Associazioni padane” del 2005, in cui compare anche Gianluigi Paragone (Direttore de “La Padania”, Lega Nord).
Il suddetto, che ”ha una certa propensione alla logica nelle cose” – detto da lui stesso – ha infilato delle perle fantastiche: da tutte le parti del mondo, ci dicono che siamo in recessione e sono preoccupati per l’Italia, ma il nostro eroe, interrogato sulle proposte di Carlo Bonomi, presidente di Assolombarda, di utilizzare i soldi del reddito di cittadinanza per il cuneo fiscale, risponde che “per onestà intellettuale bisogna prendere atto che la Lega ha preso il 17% dei voti e che le 5S hanno il 33% e quindi non si può non tenere conto degli elettori delle 5S e della Lega” e che “la Confindustria è un sindacato di categoria, importante perché ha 6 milioni di iscritti, ma noi siamo un governo politico, non tecnico, noi teniamo conto del voto degli italiani,” e “suvvia l’Italia è sempre l’Italia, non possiamo diventare in sei mesi la Germania”. Bisogna notare che fa parte di un partito che è stato al governo dieci anni negli ultimi venticinque.
“Ma sì, un po’ di pazienza: lo sblocca cantieri lo stiamo discutendo solo da qualche settimana” e che sarà mai questa fretta ! Dopo un po’, l’hanno discusso in Consiglio dei Ministri, “salvo intese” e il decreto legge ”un caso straordinario di necessità e urgenza” è stato approvato dopo un mese, ieri, 18 aprile 2019. E di fronte al giornalista che parlava di recessione, di spread, di tassi di interesse, ecco la sentenza del viceministro dello sviluppo economico: “ma noi abbiamo fatto tanto e poi in Italia non c’è solo l’economia !” Un genio ! E voi pensate che solo le 5S siano incapaci ?
«Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi:
…E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo,
come lacrime nella pioggia. È tempo di morire.» dice l’androide Roy Batty (Rutger Hauer) in una futuribile Los Angeles del 2019. Forse però ha ragione Jovanotti: “E non hai visto ancora niente”
Yanez de Gomera