“Voce dal sen fuggita, Poi richiamar non vale; Non si trattien lo strale Quando dall’arco uscì” (Pietro Metastasio, per gli eletti ed elettori del M5S: un pericoloso intellettuale del XVIII secolo).
No, non vale ora dire che quanto affermato ieri da Elio Lannutti, senatore (ahinoi) del Movimento 5 Stelle, a proposito dei “Protocolli dei Savi di Sion” e del complotto demoplutogiudaicomassonico che governa il mondo della finanza e dell’economia mondiale, era una svista, di cui lo stesso autore oggi si scusa e che ritratta. No, non vale. Non vale perché si tratta di una disgustosa puntata (forse la peggiore tra tutte le cazzate dette, scritte e propalate da esponenti del M5S in questi mesi) della diuturna campagna di intossicazione delle menti e delle coscienze degli italiani. Una campagna propagandistica continua, svergognata e letale.
Per chi non lo sapesse, i Protocolli dei Savi di Sion sono un documento falso costruito dall’Ochrana, la polizia segreta zarista, nei primi anni del 1900 per montare una campagna antisemita destinata a stroncare il nascente movimento rivoluzionario russo che, per il regime zarista, era organizzato, finanziato e diretto da ebrei e massoni. I Protocolli furono rilanciati subito dopo i moti rivoluzionari in Russia del 1905 e diffusi in tutta Europa. Quasi subito ne fu dimostrata la falsità (ad esempio il Times pubblicò diversi articoli in proposito nel 1921), ma nonostante ciò, continuarono ad alimentare la propaganda antisemita e fecero da base “ideologica” per numerosi e sanguinosi pogrom in vari Paesi europei e contribuirono a creare l’humus della propaganda nazista, delle politiche razziste dei regimi di Hitler e Mussolini e della conseguente shoah. Periodicamente, ma sempre più marginalmente, i Protocolli riemergono dalla fogna della storia per alimentare deliri complottisti, appunto, demoplutogiudaicomassonici. Sembravano dimenticati o definitivamente gettati tra i rifiuti ideologici peggiori del Novecento, finché, ieri, il senatore (ahinoi) Elio Lannutti del Movimento 5 Stelle li ha riciclati.
Per chi non lo sapesse, poi, Elio Lannutti, fondatore e animatore per decenni di Adusbef, organizzazione consumerista ben nota fin dal suo esordio nel 1987 a banche e assicurazioni, scopre la vocazione politica nel 2001: si candida con l’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro, ma non viene eletto. Ci riprova nel 2006 con la Federazione dei Verdi, ma non viene eletto. Ci prova ancora nel 2008 con l’Italia dei Valori e, questa volta, ci riesce ma nel 2012 lascia il partito che lo ha portato in Parlamento e passa al Gruppo Misto. Finalmente, trova sfogo alla sua vocazione nel 2014 quando si iscrive al Movimento 5 Stelle che lo candida nel 2018 e lo elegge (ahinoi) al Senato della Repubblica. Qui trova giusta collocazione in un contesto che con le tesi complottiste ci va a nozze e sulle quali ha costruito la propria fortuna. Ora, il senatore (ahinoi) Lannutti non ha detto ieri una battuta infelice in preda all’ebbrezza alcoolica o alla febbre tifoide, ma ha scritto deliberatamente su Twitter un post che rilancia i famigerati Protocolli.
Chi sguazza felicemente e cinicamente in questa materia, finisce per nutrirsene. Una dieta disgustosa. “L’uomo è ciò che mangia”, diceva e scriveva Ludwig Feuerbach (per gli eletti ed elettori del M5S: un pericoloso intellettuale del XIX secolo). Mai affermazione fu più vera, come in questo caso.
Pepito Sbazzeguti