Lo scrittore greco Petros Markaris ha creato il personaggio del commissario Kostas Charitos, che ama consultare il vocabolario. E quando ho letto del progetto del governo giallo nero di chiudere le attività commerciali alla domenica, mi sono chiesto se il termine “mentecatti” fosse quello più appropriato, e così anch’io ho consultato il dizionario. Cercavo un termine che rendesse bene la stoltezza di una simile proposta ed effettivamente l’etimologia conferma che non è un insulto: è il combinato di “mens” (ragione, intelligenza, senno) e di “captum” (participio passato di “capere”, prendere, portare via).
Il Paese è in recessione, l’occupazione stagna e dei mentecatti vogliono aumentare la domanda interna dando non il lavoro, ma dei soldi a debito, e nel contempo chiudono alla domenica le attività commerciali : tra i 12 e 19 milioni di persone fanno la spesa alla domenica, che è il secondo giorno di vendite, dopo il sabato. Così mettono a rischio almeno 40.000 posti di lavoro: certo, così potranno stare con la famiglia, non solo la domenica ma tutta la settimana, tanto poi arriva il sussidio. E gli altri 4 milioni e settecento mila persone che lavorano la domenica, che fanno? Chiudiamo ospedali, centrali elettriche, centrali del gas e dell’acqua, porti, aeroporti, stazioni, commissariati di polizia e stazioni dei carabinieri, giornali, radio, tv e stadi. A casa anche i bibitari da stadio. E poi chiusi cinema, teatri, sale da concerto, musei e mostre. Eh, sì perché tutti hanno diritto di stare la domenica in famiglia. Così possono anche smanettare di più e fare gli ordini on line su “Amazon”, a meno che si sospendano anche telefoni e internet.
Solo dei mentecatti possono pensare di fare il contrario di quello di cui c’è bisogno. Perché ci sarebbe bisogno di organizzare gli orari della vita nazionale in modo più elastico e più rispondente ad una esigenza fondamentale: la produttività del sistema Italia che è il problema che ci trasciniamo da trent’anni. La produttività è il punto debole di tutto il nostro Paese in confronto con altri Paesi.
Faccio solo degli esempi. Perché gli orari degli ambulatori per le analisi e le visite specialistiche devono essere quelle di un ufficio, dal lunedì al venerdì? Nelle strutture pubbliche, invece di far aspettare mesi per avere una tac, una ecografia, una risonanza magnetica, si organizzino le attività di analisi anche alla sera e il sabato e la domenica: si organizzino turni, anche con nuove assunzioni, e in tal modo il sistema recupera produttività, efficienza, efficacia, occupazione e tanti soldi: basti pensare all’ammortamento del costo delle attrezzature e al fatto che prevenire costa meno di curare.
Perché gli uffici amministrativi dei comuni come dello Stato debbono far perdere milioni giornate di lavoro alle persone occupate che sono costrette a chiedere permessi o ferie per svolgere le pratiche amministrative. Perché non debbono essere aperte al sabato e alla domenica, quando le gente può andare a fare le pratiche senza dover perdere giornate di lavoro ? Se i dipendenti pubblici riposano al lunedì e al martedì, come i barbieri, ne va della loro salute fisica e psichica ?
Consideriamo poi che i negozi aperti alla domenica e le attività culturali sono un buon sistema per migliorare la qualità della vita nelle nostre periferie urbane. Certo aiuterebbe anche, a rendere più vivibili i nostri quartieri, una maggiore presenza delle forze di polizia e di vigilanza urbana anche la domenica, che pare invece siano destinate solo a presidiare gli stadi,
Paolino Casamari