Tra coloro che seguono il “Migliorista” ci sono diverse opinioni e diversi orientamenti di voto: tutte rispettabili e tutti che hanno la loro ragione di essere.
Per parte mia, voto in maniera convinta “+Europa”, non solo perché spero che anche con il mio voto superi lo sbarramento del 4%, ma perché spero e mi auguro che vada avanti un processo indispensabile – a mio parere – per l’Europa e per l’Italia, di una forza decisamente europeista.
Ho già scritto, dati alla mano, che se ci fosse solo il PD, il centrosinistra avrebbe meno seggi (2) di quanti ne avrebbe se “+Europa” facesse il quorum; questi due seggi sarebbero sottratti alla Lega e alle 5S.
- Noi italiani e noi europei abbiamo bisogno di più Europa, e l’Europa ha bisogno di più Italia. Il tenore di vita dei cittadini europei si può sviluppare e le disuguaglianze economiche si possono superare solo con l’Europa unita. Diversamente, saremo terreno di conquista di grandi Paesi, e non parlo solo della Cina. Persino la Germania da sola è destinata a contare poco, non parliamo dell’Italia. Solo una Europa unita può reggere dunque al confronto internazionale ed esercitare una politica estera e di difesa efficace e utile per il Mediterraneo e le relazioni internazionali.
- In Europa, come in Italia, sono aggrediti i principi dello stato di diritto, le libertà fondamentali, frutto di secoli di conquiste. E il giorno dopo l’anniversario della strage di Capaci, non si prende atto che ormai il problema delle varie mafie è a dimensione internazionale e non basta la collaborazione tra polizie nazionali; solo con una polizia europea unica è possibile combattere in maniera adeguata fenomeni di criminalità mafiosa, ormai transnazionali.
- Come la libertà, anche la democrazia non è conquistata una volta per tutte. Il Parlamento europeo deve assumere una funzione legislativa su tutte le materie che investono la vita dei cittadini europei, con un vero bilancio comunitario. E d’altra parte l’Europa ha bisogno di sviluppare il sistema delle Regioni e delle autonomie locali. E in Italia, in particolare, si pone con forza la difesa della democrazia rappresentativa, sconfiggendo lo svuotamento progressivo del Parlamento.
- Abbiamo bisogno di una forza autenticamente riformista, che sappia affrontare le grandi disparità sociali ed economiche che le cicliche e prolungate crisi economiche e finanziarie hanno prodotto. Abbiamo bisogno di una immigrazione controllata e legale, che risponda alle nostre esigenze occupazionali. Solo l’Europa unita può predisporre validi piani per l’ambiente, per uno sviluppo con energie rinnovabili, con una mobilità rispettosa di un ambiente pulito. Abbiamo bisogno in Italia e in Europa di una forza che valorizzi il merito, lo studio, l’impegno, la serietà, la preparazione, la professionalità, la capacità, il sacrificio connesso allo studio e al lavoro.
- È del tutto evidente, in Italia, come all’estero, che il pluralismo delle idee e dei valori può trovare sintesi solo nella capacità di fare politica e non nei sistemi elettorali. E anche in Italia, come in Europa, si va configurando un sistema politico frastagliato che bisogna affrontare senza semplificazioni, con una cultura politica moderna. In Italia poi è difficile pensare nel breve tempo a un riassorbimento della presenza di un agglomerato di protesta, di qualunquismo giustizialista, di antipolitica, rappresentato dalle 5S (per il loro moto ondivago, oscillante a seconda delle momentanee convenienze elettorali o territoriali, possono essere considerati di sinistra solo per generosità interessata o per furbizia giornalistica). Appartiene ad una visione bipolare o bipartitica, superata persino nel Regno Unito, l’idea che a sinistra ci possa essere un unico contenitore che riunisca tutti, dai riformisti liberal democratici ai massimalisti. Il partito unico della sinistra, che rappresenti sia il centro che la sinistra, è una illusione, destinata a naufragare. La democrazia italiana e la sinistra hanno bisogno di avere un “centro” liberal democratico riformista: invocarlo oggi dentro il PD mi sembra una furbata elettorale o un sintomo di confusione politica.
- Il cantiere è già in corso, ed è per questo cantiere che voto “+Europa”: per sostenere un esperimento che iniziato in forma elettorale si sta tramutando in un partito – mi auguro – sempre più articolato nel territorio. L’operazione non è semplice, ed è difficile, complicata certo, e soggetta a resistenze interne ed esterne. Ma è utile per l’Italia il tentativo di unire in una unica formazione, persone che provengono da esperienze diverse, ma accomunate da comuni sentimenti liberali, democratici, riformisti ed autonomisti. E il fatto che, come candidati a queste elezioni, partecipino giovani, come Lia Orfei e Gabriele Molinari, (a cui vanno i miei voti di preferenza), che sono italiani per nascita ma europei per formazione, fa ben sperare nel futuro.
Luigi Corbani
(venerdì 24 maggio 2019)