Che sentimento si può provare per lo spettacolo dell’Europa tutta (in cui ci sono Italia, Malta e la Commissione Europea) di fronte a questi 49 pericolosi invasori? La vicenda di questi migranti – 32 persone a bordo della nave della Sea Watch 3 dal 22 dicembre e 17 persone salvate dalla nave Sea Eye il 29 dicembre scorso, tra cui 5 donne e 7 minori – è molto triste per chi crede ancora che i valori di solidarietà e di umanità, che la vita umana siano più importanti di tutto. Speriamo che l’Europa tutta ascolti il Papa, magari in primis l’ostentatore di rosari e Vangeli nei comizi elettorali.
Ma dubito che la Commissione Europea sia in grado di superare i vari egoismi nazionali, e non solo dei Paesi di Visegrad.
Le 5 S e il facente funzione di premier appiano imbelli di fronte al truce Bauscia, travestito forse per l’occasione da Guardia costiera, che ha detto no “ i porti restano chiusi”, sostituendosi ad un ministro che non sa neppure di essere a quel posto. Comunque, nessuno, compresa Malta e l’Unione europea ci fa una bella figura in questa vicenda.
“Ma ad accogliere dovrebbe essere ancora una volta l’Italia, che ha già accolto quasi un milione di persone negli ultimi anni”
E avanti a sparare cifre non veritiere. Oltre a tutto il resto. Il fatto grave è che raccoglie consensi sulla base della convinzione diffusa nel popolo italiano della “invasione”: una ricerca a settembre ha messo in evidenza che il 70% degli intervistati era convinto che gli immigrati in Italia fossero il 25 % della popolazione, ovvero 20 milioni, più che in altri Paesi europei.
Gli italiani, in larga parte, pensano che quelli assistiti dallo Stato nei centri di accoglienza siano milioni, che succhiano come vampiri i loro soldi, le loro tasse (“si beccano 30 euro al giorno, per non far niente”). E pensano che siamo solo noi, in Italia, ad avere rifugiati e richieste di protezione umanitaria, e che alla fine rimangano tutti in Italia. Pensano anche che il malvagio Bauscia stia rimpatriando gli irregolari e gli espulsi. Così gli italiani, in maggioranza, sono convinti che ci sia una correlazione tra le attività di soccorso in mare svolte dalle Ong e gli sbarchi sulle coste italiane, ma non è vero.
Credo che sia quanto mai necessario un lavoro capillare di informazione sui dati veri della immigrazione, con la pubblicazione da parte dei gruppi parlamentari del PD o del PD stesso, di un dossier, aggiornato mensilmente, e di facile consultazione, utile per fare volantini, dépliant da distribuire ovunque. Bisogna anche fare interviste periodiche (con gli smartphone è possibile ) fuori dei supermercati, dei negozi, ovunque, per monitorare la percezione che hanno gli italiani della situazione e avere il polso della situazione. Circola sui social un filmato girato sulla spiaggia di Mondello, in cui gli intervistati non volevano i numeri arabi nel nostro paese. Sic!
Se non si fa in fretta a fare chiarezza sulla reale situazione, sarà anche difficile affrontare una campagna elettorale in cui a fronte delle sparate demagogiche, che hanno un seguito diffuso anche al Sud, bisognerà opporre la proposta di una rigorosa e seria politica dell’immigrazione e di integrazione su scala europea: uno dei temi principali della prossima Commissione europea.
“Guardando al futuro, le Nazioni Unite prevedono che gli abitanti dell’Africa subsahariana raddoppieranno ancora, dal 1 miliardo del 2017 a 2,2 miliardi nel 2050. – scrive un rapporto Ispi – Se la tendenza a lasciare il proprio paese restasse la stessa degli ultimi anni (il 2,5% della popolazione), il numero di migranti internazionali provenienti dall’Africa subsahariana crescerebbe da 24 a 54 milioni. Se restasse invariata anche la propensione a raggiungere l’Europa, di questi 30 milioni di migranti in più, circa 7,5 milioni arriverebbero in Europa entro il 2050: sono equivalenti all’1,5% della popolazione dell’Ue e al 12% della popolazione italiana, e si tratta di circa 220.000 persone all’anno”. Ma non diteglielo a Salvini perché. oltre a chiudere i porti e gli aeroporti, farebbe mettere il filo spinato lungo tutti i 7.782 chilometri di coste italiane.
Luigi Corbani