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La Rai senza vergogna

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Mentre il Paese va a rotoli (produzione industriale -5,5% , previsioni crescita 0,2% ), la Rai colleziona vergognose genuflessioni nei confronti dei giallo neri. Ieri sera il TG2 ha mandato in onda un servizio imbarazzante sulla Francia:  qualcuno spieghi alla Rai che la Gioconda era di proprietà del re di Francia, e che Napoleone era còrso ed è morto a Sant’Elena, che è una isola inglese e sta nell’Atlantico meridionale, a 1900 km, dalla costa dell’Angola. Certo, con Dibì che parla della democrazia “millenaria” della Francia, l’ignoranza è al potere.

L’altra sera, per il  TG1 e il TG3, la notizia principale era il #restitutionday, ovvero che i grillini hanno restituito 2 milioni dei soldi percepiti da marzo ad oggi. Avrebbero dovuto restituire tutto, perché una prima regola di onestà è quella di percepire uno stipendio per un lavoro che si sa fare: quando uno non sa fare il lavoro, tutto quello che percepisce di stipendio è una appropriazione indebita. Paghereste il dentista che in maniera manifesta non sa fare il dentista?

Ma d’altra parte le 5S offrono reddito, non lavoro. Continuo a pensare che lo stipendio dei parlamentari (italiani, non parliamo poi di quelli europei) dovrebbe essere pari a quanto denunciato nell’ultima dichiarazione dei redditi, prima di fare politica.

Comunque la pagliacciata (se andate a vedere i rimborsi, vi rendete conto dell’inganno) è stata messa in primo piano rispetto al fatto che, con l’asta dei BTP trentennali, noi (cittadini italiani) abbiamo perso 1,3 miliardi di euro, grazie al rialzo dello spread.  Per dirla, in altre parole, abbiamo perso 650 volte di più di quello che le 5S hanno “restituito”. Ovvero, questi incapaci e cialtroni ci hanno fatto perdere un sacco di soldi che potevano essere destinati a investimenti. Ma quello che conta è fare la sceneggiata, diretta dalla Casaleggio s.r.l. che la Rai amplifica e fa assurgere a simbolo dell’”onestà”.

Poveri noi! La retribuzione dell’incapacità è la forma maggiore di disonestà. Ma alla Rai un minimo di pudore non sanno cosa sia. Orbene, la Rai è da sempre stata lottizzata, termine che non si usa da quando è caduta la prima Repubblica: chiedetevi anche come mai dopo la demonizzazione della cosiddetta “casta”, certi termini sono diventati desueti.

Da quando c’è la Rai,  ognuno ha lottizzato più che poteva e i giallo neri non sono stati da meno, anzi ! Tuttavia nell’informazione c’è sempre stato un minimo, minimo di pudore. Fino a ieri.

Ed eccoci qua con una informazione giallo nera, con i giornalisti che reggono il microfono (succedeva anche prima peraltro in misura minore) per far parlare i vari Ministri, che possono dire quello che vogliono, senza una domanda che sia una domanda. I TG ridotti a una sequenza di dichiarazioni, ma mai una informazione su fatti reali. Per mesi ci hanno rotto con misure che dovevano ancora venire (reddito di cittadinanza e quota 100), ed oggi con le dichiarazioni sulla TAV, ridotta a una linea Torino Lione. Che quello sia un tratto di una rete ferroviaria europea, che va da Kiev a Lisbona, da Reggio Calabria a Stoccolma, lo spettatore della rai non lo saprà mai. Neanche che ci sono treni merci che da Pechino arrivano a Londra, e che la linea veloce Budapest Belgrado la stanno costruendo i cinesi. Che importa che il mondo vada avanti, a noi bastano le dichiarazioni delle tre teste di Cerbero.

Però la Rai ci offre un succulento piatto: il festival di Sanremo. Successo enorme, dieci milioni di spettatori. Peccato che, parlando solo degli adulti, ci siano altri trenta milioni che non vedono Sanremo.

Con 1.826 giornalisti, non sappiano come fanno negli altri Paesi europei ad aiutare i più poveri, non sappiano come sono le pensioni, come sono i trasporti, non sappiamo cosa succede a Vienna, a Lubiana, a Zagabria, a Varsavia, ecc., ecc.: ripeto 1.826 giornalisti.  Però nel frattempo, la Rai ha assunto, nel 2016, 100 persone in più: per fare che cosa, visto che appalta tutto all’esterno? Per il Festival di Sanremo? E’ questo il compito del servizio pubblico?  Mi chiedo perché devo pagare il canone.                                                                                                                                                  Almeno ripristini “Non è mai troppo tardi” per dare un aiutino a Dibì sulla storia e la geografia.

Luigi Corbani

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