Oskar Schindler (Liam Neeson), un industriale di Cracovia molto introdotto nel partito nazista, si sta arricchendo, mentre il Terzo Reich è impegnato nella “soluzione finale” degli ebrei. Grazie ad un’opera costante di corruzione dei generali dell’esercito tedesco, egli riesce ad ottenere un numero cospicuo di operai ebrei da utilizzare nella sua fabbrica di articoli smaltati. I lavoratori alle sue dipendenze sono ovviamente privi di diritti e con paghe ridottissime e tra loro vi è il contabile Stern (Ben Kingsley) che gestisce con oculatezza anche il personale. Nel 1941 corrompendo altri ufficiali Oskar ottiene di poter fare lavorare altre manovalanze ebraiche che altrimenti sarebbero dirottate in un campo di sterminio. Con l’arrivo del terribile comandante Amon Goeth (Ralph Fiennes) incaricato di portare a termine l’annientamento degli ebrei, Schindler riesce a salvare molte altre vite umane inserendole nella lista di dipendenti della sua fabbrica che in realtà non produce più quasi nulla per le truppe tedesche. Quando la guerra giunge al termine e i nazisti sono in fuga gli operai regalano al loro “datore” un anello d’ oro per aiutarlo a sottrarsi alla cattura in quanto esponente del partito nazista. Sottolineato dalla bella musica di John Williams, il film tratto dal romanzo dell’australiano Thomas Keneally La lista, si guadagna l’Oscar come miglior lungometraggio suscitando una grande emozione in tutto il mondo. Il potente bianco e nero (tranne poche scene a colori) della fotografia di Janusz Kaminski, le scenografie ricostruite quasi negli stessi luoghi realtà della vicenda, l’interpretazione superba di Liam Neeson, Ralph Fiennes e Ben Kingsley, ne fanno un ‘ opera memorabile capace di colpire lo spettatore ancora oggi dopo venticinque anni dalla sua uscita nelle sale. Grazie a Schndler’s List si scopriranno altri personaggi fino ad allora sconosciuti che mossi dalla banalità del bene come Giorgio Perlasca, durante l’Olocausto, hanno coraggiosamente salvato uomini, donne e bambini altrimenti destinati alla morte. Come sempre il regista Steven Spielberg adotta soluzioni narrative straordinarie di grande efficacia visiva e il film, pur dividendo l’opinione pubblica internazionale, ha contribuito a scoprire altri misteri ed altri aspetti mai emersi nel corso della terribile notte della civiltà nella quale il mondo è piombato a causa del nazismo. Due anni più tardi, nel 1996, il governo americano affiderà a Steven Spielberg un progetto del costo di un milione di dollari per recuperare una memoria storica sull’ Olocausto che sarebbe andata perduta. Girando migliaia di interviste, le testimonianze di coloro che hanno vissuto sulla loro pelle la tragedia dello sterminio del popolo ebraico, il regista americano lottando contro il tempo (data l’età avanzata degli intervistati), ha ricostruito una immane tragedia storica Da non dimenticare…..
Pierfranco Bianchetti
La colonna sonora: un capolavoro di John Williams
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