A fine novembre Carlo Freccero lascerà il suo incarico di direttore di Rai Due: ha 72 anni e, in base alle normative che regolano il lavoro di chi percepisce una pensione, il suo contratto non può essere rinnovato. Gianfranco Mariotti, due anni fa, si è dimesso da sovrintendente del Rossini Opera Festival di Pesaro: la Corte dei Conti aveva sottolineato l’incompatibilità tra lo stato di pensionato e l’incarico, retribuito, che copriva. Paolo Baratta, presidente della Biennale di Venezia, «svolge il suo mandato a titolo gratuito», precisa in evidenza il sito web dell’istituzione veneziana. Come Sergio Escobar, pensionato, direttore del Piccolo di Teatro di Milano, che da tre stagioni non percepisce alcun compenso. Ma il caso più eclatante riguardò Giorgio Strehler: compiuti i 65 anni, la legge francese lo obbligò a dimettersi da direttore del Théâtre de l’Europe da lui fondato assieme a Jack Lang.
La questione è tornata di prepotente attualità, nei nostri teatri d’opera, in seguito alle recenti nomine di Stéphane Lissner e di Alexander Pereira a nuovi sovrintendenti e direttori artistici del Teatro di San Carlo di Napoli e del Maggio Musicale Fiorentino. Lavoreranno gratuitamente o riceveranno un compenso? Lissner, 67 anni a gennaio, è nelle condizioni di ricevere una pensione dall’Inps grazie ai contributi versati durante i dieci anni in cui ha governato il Teatro La Scala. Pereira, proprio oggi, ne compie 72 e a Firenze sostituirà Cristiano Chiarot, che stava ottenendo i primi risultati positivi nel risanamento di un teatro massacrato da anni di scelte infelici e da molte passività. Chiarot, 67 anni a dicembre, ha dovuto lasciare perché, come dichiarò lo scorso agosto il sindaco Nardella, «raggiungerà l’età per il pensionamento di vecchiaia entro pochi mesi, mentre la legge prevede l’obbligo di nominare il sovrintendente per una durata quinquennale».
La “legge Madia” del 2015 è, al riguardo, chiara: fa divieto a chi percepisce una pensione di occupare incarichi dirigenziali nelle strutture che rientrano all’interno del bilancio consolidato dello Stato, come sono i Teatri Stabili e le Fondazioni Lirico-Sinfoniche. Prevede «la possibilità di conferire incarichi di studio e consulenza a titolo gratuito a soggetti in quiescenza» e più volte ribadisce «ferma restando la gratuità». Nei giorni scorsi, Carlo Fontana, ex sovrintendente della Scala, nel suo attuale ruolo di Presidente (a titolo gratuito) dell’Associazione Generale Italiana dello Spettacolo, ha ritenuto opportuno sollevare la questione in un incontro riservato col nuovo segretario generale del MIBACT, Salvatore Nastasi. Ha trovato la porta aperta, ma nessuno spazio per un dialogo.
Le nomine di Lissner e Pereira sono confermate, come quella di Dominique Meyer, 64 anni compiuti ad agosto, come sovrintendente della Scala per i prossimi anni. Nei corridoi ministeriali, dove non mancano spiriti salaci, gira da qualche giorno questa battuta: «I pensionati italiani vanno in Portogallo per evitare di pagare le tasse sulla pensione. I sovrintendenti europei vengono in Italia per ricevere uno stipendio anche quando sono in pensione». E la domanda di fondo attende ancora una risposta: per chi vale la “legge Madia”?
Sandro Cappelletto
(da “La Stampa” del 10 ottobre 2019)
la domanda di fondo potrebbe essere più ampia. per chi valgono le leggi in Italia?