Non ho potuto partecipare, per ragioni personali, al funerale di Carlo Tognoli. Speravo che il Corriere o Repubblica trasmettessero in diretta sui loro canali la cerimonia di commiato. Ma si vede che la morte di un Sindaco che ha portato la città fuori dai tempi bui della strategia della tensione, della paura, della delinquenza organizzata e dal vertiginoso incremento dello spaccio di droga, dalla crisi economica, con decine di aree industriali dismesse, con il rilancio della presenza culturale di Milano, è molto meno importante di qualsiasi altra cosa.
La memoria del passato sembra non faccia vendere copie. Per me il ricordo del passato è essenziale per il presente e per costruire il futuro, ma sono all’antica, sogno ancora i partiti pesanti, quelli fatti di sezioni, in cui discutevi di tutto, di Milano, dell’Italia, del mondo, del quartiere, fino a ore piccole. Confesso che rimpiango ancora le riunioni in viale Lunigiana, nella sede del PSI, con Tognoli, con Mariani, con Manzi, per cercare di muoversi insieme per fare le giunte di sinistra nella Provincia.
Confesso anche che mi sarebbe piaciuto che il Consiglio Comunale di Milano, oggi, fosse convocato in seduta straordinaria, per dare l’ultimo saluto al Sindaco Tognoli e magari ci fosse una diretta televisiva su Facebook. Ma sono solo le esternazioni di un vecchio militante riformista, che pensa che negli anni ottanta abbiamo perso una grande occasione per costruire finalmente un partito socialista democratico di massa, all’altezza delle realtà socialdemocratiche europee. Invece eccoci qui, in una situazione della sinistra a dir poco tragica, quando non farsesca (alludo a Zingaretti che va dalla D’Urso prima di andare all’assemblea nazionale del suo partito).
Mi sembra opportuno riportare qui un bellissimo ritratto di Tognoli, che nasce dalla conoscenza diretta e dalla grande sensibilità di un giornalista (sottolineo, giornalista, ovvero di quei professionisti, che sanno scrivere, che verificano le notizie e non prendono mai per buoni i comunicati stampa, di quelli che fanno le domande e pretendono delle risposte), di Claudio Schirinzi.
Nel ricordo di Tognoli, vi è anche da raccontare la storia del “Piano intercomunale milanese” e del “Consorzio intercomunale milanese edilizia popolare”, due enti su base volontaria dei Comuni che consentirono la programmazione dello sviluppo di Milano e del suo hinterland con una idea e con azioni che anticipavano la creazione istituzionale dell’area metropolitana.
Oggi sul “Giorno” è uscito un articolo sulla necessità della elezione diretta del Sindaco Metropolitano. Sento una indifferenza diffusa su questo tema, da parte dei politici milanesi. Mi spiace che non ci sia attenzione e impegno: forse quando avranno a che fare con la legge per “Roma capitale con poteri di una regione” (iter in corso di una legge costituzionale e di una legge ordinaria) si sveglieranno. Per bontà, un deputato veltroniano ha aggiunto, che anche Napoli e Milano dovrebbero essere riconosciute come Regioni. Ora, dico solo una cosa, mi pare ci sia una grande confusione tra potere legislativo (proprio delle Regioni, almeno all’origine della Costituzione) e potere amministrativo (compreso quello di accedere a fondi statali ed europei, tipico dei Comuni o dell’area metropolitana). Ma tant’è.
E in questo giorno di sole, ma triste per tante cose, chiudo con una considerazione: ma il “Corriere” come fa ad avere un editorialista, Walter Veltroni, che ha sempre preso la politica come autopromozione e immagine? E di costui pubblica un articolo sbagliato e infelice. “Quando saranno vaccinati i ragazzi italiani? È giusto che siano gli ultimi, siano proprio in coda alla fila? Che si rischi di compromettere, solo per loro, la prossima estate e persino la ripresa dell’ennesimo anno scolastico?”
Pura demagogia e giovanilismo d’accatto. Da tempo è chiaro che bisogna vaccinare per primi, coloro che rischiano di più, quelle persone che, per età o per patologie, rischiano la vita se prendono il covid. Mentre per i giovani, allo stato, il Covid appare, non così grave da mettere a rischio la loro vita. Certo, i giovani, alcuni anche con comportamenti sconsiderati, rischiano di contagiare i più anziani. Scriveva Claudio Schirinzi sul Corriere del 3 marzo: “Le statistiche aggiornate a fine dicembre dicevano che il 62 per cento dei morti per Covid (52.852) aveva più di 80 anni; vaccinati loro, la mortalità dovrebbe essere più che dimezzata. Ma anche chi ha fra i 70 e i 79 anni è fortemente a rischio: un morto su quattro (20.795) aveva questa età. Se l’obiettivo della vaccinazione di massa è abbattere la mortalità non si può non tenerne conto. Oppure possiamo decidere di lasciare che gli anziani intasino gli ospedali e intanto proteggere i più giovani da un virus che darebbe loro soltanto i disturbi di un’influenza o poco più. Sperando che quei giovani non abbiano un incidente stradale, che non abbiano bisogno di un letto in rianimazione e che quel letto non sia occupato da un anziano.”
Ma ovviamente un articolo come questo, argomentato sulla base di dati inconfutabili, viene messo nelle pagine di Milano, mentre una stupidaggine viene messa come editoriale. Di un giornale che ha in grandissima prevalenza lettori anziani. Non c’è da stupirsi che i giornali perdano lettori.
“La colpa, caro Bruto, non è nelle nostre stelle, ma in noi stessi” “Buona notte, e buona fortuna”
Luigi Corbani
(domenica 7 marzo 2021)
Come sarebbe davvero oggi la sinistra italiana con un vero partito socialista riformista in grado di avviare quelle riforme necessarie a far decollare il nostro paese? Che tristezza