Sulla richiesta dell’Associazione Nazionale Magistrati, credo non ci sia nessun altro commento più valido di questo, a firma Mattia Feltri apparso su “La Stampa” del 30 marzo 2021
Io so’ io
Raffrontate le due scene. Scena numero uno, la protesta dei ristoratori. Sono scesi in strada a Milano con le mascherine e i cartelli, e nei prossimi giorni replicheranno a Bologna, a Napoli, a Roma. Protestano perché non lavorano da un anno, o lavorano a metà servizio, o soltanto con la consegna a domicilio e, dicono, non è questione di irresponsabilità ma di sopravvivenza (i primi a pagare, questa è un’aggiunta mia, sono stati sguatteri e lavapiatti, spesso stranieri, spesso assunti in nero). Non chiedono né sostegni né vaccini, chiedono di lavorare.
Scena numero due, la protesta dei magistrati. Il loro sindacato ha diffuso una nota per esprimere «disagio e sconcerto» poiché l’illustre corporazione non è stata inserita fra quelle da vaccinare prioritariamente (sacrilegio!), e pertanto saranno costretti a rallentare lo svolgimento delle mansioni, o in casi estremi a sospenderle. Per dirla meglio, i ristoratori sono alla canna del gas e chiedono di lavorare di più, anche senza vaccino; i magistrati continuano a ricevere lo stipendio e, senza vaccino, vogliono lavorare di meno.
Era difficile descrivere meglio il concetto di diseguaglianza fra i garantiti e i non garantiti, fra chi non mangia se non si rimbocca le maniche e chi mangia comunque, in prossimità della crapula, ma lo stesso si lagna e con accenti di protervia. Era difficile immaginare – rubo il lampo a Carlo Nordio – un’esemplificazione più spettacolare della Giustizia che non sa che cosa sia la giustizia. Era difficile trovare due immagini così simili e così distanti a rappresentare la tragedia nella tragedia del nostro povero Paese.
Mattia Feltri
(da “La Stampa” 30 marzo 2021)
La umanità non è più in grado di cogliere il senso morale e civile della esistenza. Credo che la colpa sia della indifferenza che ci impedisce di cogliere la realtà