La vicenda Palamara/Lotti sta sollevando un gran polverone, dietro il quale si nascondono tanti scheletri.
- Per il momento, vi è una sola ipotesi di reato – corruzione, mi sembra – a carico del Sostituto procuratore di Roma Luca Palamara, dal 2014 membro togato del Consiglio Superiore della Magistratura. Ora, io penso che fino a prova contraria, il suddetto è solo indagato e forse sarà imputato, ma non è colpevole fino a sentenza definitiva.
“Nulla è più sbagliato che valutare il garantismo come un’ideologia “estremista”. Al contrario il garantismo non disconosce le regole poste alla base dello Stato di diritto che prevedono corrette forme di accertamento della responsabilità penale e di esecuzione della pena. Sono precisazioni necessarie affinché non si cada nell’equivoco di erronei parallelismi tra l’idea di garantismo e quella di giustizialismo. Sarebbe infatti sbagliato porre i due termini sullo stesso piano, dando loro eguale valore di “estremismo” giuridico e sociale. Chi è per le garanzie è semplicemente per la democrazia solidale, per uno Stato giusto, sempre e prima di tutto con i deboli, e non vendicatore; per uno Stato responsabile e autorevole, piuttosto che paternalistico e autoritario. Il pretendere che il processo sia giusto, che la custodia cautelare uno strumento eccezionale, che la pena sia tesa al recupero del reo non significa che chi sbaglia non debba essere giudicato, o che non debba pagare. – ha scritto in un bellissimo articolo, sul Corriere della Sera, (11 maggio 2019) Andrea Mascherin, Presidente del Consiglio Nazionale Forense – Significa che chiunque si trovi al centro di un accertamento giudiziario non vada considerato solo per questo colpevole. Non a caso l’art. 27 della Costituzione parla di presunzione di non colpevolezza e non di innocenza. Non un sofisma: bensì il fatto che la nostra Carta esclude che si possa essere sottoposti a indagini in mancanza di qualsivoglia “traccia” (indizio) di colpevolezza, dunque da innocenti certi, e allo stesso modo escluda che basti la “traccia” per poter considerare qualcuno colpevole.”
Sono parole che mi confortano: in Consiglio regionale della Lombardia , tra il 92 e il 95, ho sempre fatto interventi a difesa dello stato di diritto e in difesa degli indagati o degli imputati di fronte alla campagna politico-mediatico-giudiziaria. Per dirla, tutta mi sono sentito molto solo e non ho visto tanti garantisti, in quel periodo di girotondi, di monetine e di cappi, Anzi, ad ogni avviso di garanzia, adeguatamente pubblicizzato dei mezzi di informazione (vi ricordate le dirette quotidiane del TG4?), vi era la richiesta di dimissioni da parte del PdS e del MSI; siamo arrivati al ridicolo del PdS che aveva chiesto le dimissioni di una giunta con cui aveva definito alcuni posti di direttore generale nelle ASL, dopo che la stessa Giunta era stata inquisita per “abuso d’ufficio a fini elettorali”.
- Ora, Palamara è stato vittima di sé stesso. Non solo per la diffusione mediatica della notizia di indagine a suo carico, ma per le intercettazioni abbondantemente pubblicate dai giornali. Pratica abominevole: trovo da sempre inverecondo il connubio tra magistrati inquirenti e giornalisti sulla divulgazione di indagini e di intercettazioni telefoniche.
Ma c’è di più: è stato intercettato con uno strumento, il Trojan, “Specie dopo la follia della legalizzazione del Trojan, un virus inoculato nel cellulare di modo che uno sia ascoltato sempre, che conversi al telefono o al bar, in spiaggia, in camera da letto, pure a dispositivo spento: ogni ora del giorno. Lo ha introdotto il Pd per mafia e terrorismo e subito il presente governo di matti lo ha esteso alla corruzione, di modo che ora si vive pressappoco come nella Germania Est. La politica vi piace così? Perfetto, divertitevi, e a questo punto popcorn anche per noi.” Scrive Mattia Feltri sulla Stampa (15 giugno2019).
- Ma la cosa ancora più grave è che vengono pubblicate le intercettazioni illegali (sottolineo illegali) dei parlamentari. Se non sbaglio la legge prevede che venga chiesta l’autorizzazione al Parlamento per sottoporre ad intercettazione un parlamentare e in caso di rifiuto di autorizzazione da parte del Parlamento, impone l’immediata distruzione delle intercettazioni “illegalmente acquisite” e punisce la mera detenzione del materiale nonché la sua divulgazione, non coperta dal diritto di cronaca. Qui siamo alla giungla. Vengono pubblicate (Corriere della Sera) “le intercettazioni contenute nelle informative della Guardia di Finanza consegnate ai pubblici ministeri di Perugia”.
Mi chiedo: è stata aperta un indagine su una palese violazione delle leggi e della Costituzione ? O nessuno è responsabile: né Guardia di Finanza, né pubblici ministeri, né media ? “Lasciatemi in conclusione fare due semplici domande: com’è possibile che durante un’inchiesta ancora in corso e che riguarda altre persone vengano pubblicate intercettazioni senza rilievo penale di non indagati? Come sono arrivate nelle redazioni dei giornali quelle intercettazioni? Le risposte a queste domande non sono a salvaguardia del sottoscritto, ma di tutti i liberi cittadini.”: scrive Luca Lotti ed è un bene che lo scopra, meglio tardi che mai. Lo invito anche ad andare a vedersi quanto dicevano i suoi compagni di partito a chi sollevava il problema e a chiedersi perché il governo di cui faceva parte non ha fatto nulla; eppure il PD ha avuto Ministri di Giustizia, o sbaglio ?
“”La colpa, caro Bruto, non è nelle nostre stelle, ma in noi stessi” Buona notte, e buona fortuna”
Luigi Corbani
(martedì 18 giugno 2019) (segue)