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C’è qualcosa di strano nella vicenda San Siro

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Prima cosa. Siamo in presenza di un esproprio privato di aree pubbliche e di  demolizione delle strutture pubbliche, perché lo vogliono le due società, risponde il capogruppo del PD.

Seconda cosa. Chi è preposto a  tutelare l’interesse pubblico lascia che i privati si approprino del patrimonio pubblico.

Terza cosa.  Sono Inter e Milan  i costruttori edili, e i venditori di immobili o una volta ottenuti i diritti edificatori su aree pubbliche in concessione, le due società vendono ad altri le possibilità edificatorie o (come dicono adesso) la valorizzazione delle aree?

Quarta cosa. L’andamento temporale della vicenda non si trascina per l’opposizione del Consiglio Comunale, (figuriamoci!, neanche se gli mettono due dita negli occhi, reagiscono)   o degli ambientalisti o dei nostalgici: no,  si trascina per colpa delle due società e del Sindaco.

Quinta cosa. Però il mantra ripetuto in continuazione è: “abbiamo bisogno di questa operazione a San Siro per far quadrare i conti delle due società, altrimenti -dice il Sindaco, preoccupato, quasi angosciato –  vanno via da Milano”. Non sia mai!  E popi è un problema del Comune i conti di due società per azioni, una cinese e una americana. E intanto il tempo passa e i giornali  “d’informazione” sono ad incensare il Milan e l’Inter.

Sesta cosa. La vicenda è iniziata nel luglio 2019 quando le due società proprietarie pro tempore di Inter e Milan presentano al Comune la proposta di costruire 165.000 mq di uffici, centri commerciali e alberghi su un terreno comunale di 290.000 metri quadrati: avanzano l’idea di demolire lo stadio Meazza di proprietà comunale ( è bene ribadirlo, demolire una cosa non loro, ma dei cittadini milanesi, altro fatto paradossale)  e di costruire un nuovo stadio che occupa solo 14% della superficie interessata e non è compreso fra i 165.000 mq di nuove edificazioni.

Settima cosa. La proposta lascia totalmente perplessi gli uffici comunali che sollevano obiezioni su tutti i punti della proposta, che infatti vengono esplicitati in una relazione istruttoria di tredici pagine che è parte integrante di una delibera di Giunta del 8 novembre 2019.

Ottava cosa. Per esempio dicono gli uffici comunali, perché il costo di questo nuovo stadio  è più del doppio dei 29 stadi recentemente costruiti in Europa?  8.400 € a posto contro 3.600 € a posto dei nuovi stadi europei. Per esempio, la loro proposta è di non pagare nulla per 33 anni  e solo dal 34° anno  pagare un canone di 5,31 milioni, cioè meno di quello che pagano oggi per la concessione del solo stadio Meazza.

Nona cosa. Perfino una commissione del Politecnico, presa a consulente delle due squadre, afferma che il Meazza non è da  demolire per sue cause strutturali (funziona, è valido e sicuro, ha avuto tutti i certificati di sicurezza e idoneità statica), ma solo per le esigenze delle due società (vogliono 12.500 box corporate per le aziende e ridurre quindi a 47.500 i posti per abbonati, tifosi e famiglie).

Decima cosa. C’è anche una perla: “L’attuazione è prevista in 6 anni complessivi; realizzazione in tre anni del comparto stadio e nei successivi tre anni partirebbe la demolizione di San Siro  e la realizzazione del comparto multifunzionale”. In sostanza, nel 2026 per la inaugurazione delle Olimpiadi invernali, lo stadio Meazza sarebbe in demolizione! Viene una domanda: lo sono e ci fanno?

Undicesima cosa. Sta di fatto che quattro mesi dopo, il Sindaco fa approvare una delibera presentata dagli assessori Maran, Tasca e Guaineri che dichiara la proposta di “pubblico interesse con condizioni e prescrizioni”. Con che coraggio approvano una proposta che tutti gli uffici contestano non mi è chiaro. In più, la delibera richiede uno nuovo studio di fattibilità aggiornato  e un piano economico finanziario conseguente; richiede di mantenere lo stadio Meazza e di ampliare il verde, ma soprattutto dice che devono stare dentro l’indice di edificabilità di 0,35 mq/mq. Infatti la loro richiesta era di 0,63 mq/mq, che comportava quindi  una variante del PGT, il che comporta di conseguenza di andare in Consiglio Comunale, cosa che il Sindaco non vuole: mettere a repentaglio la maggioranza prima delle elezioni? Giammai.

Dodicesima cosa. E che succede? Scaroni (presidente AC Milan spa) e Antonello (amministratore delegato FC Internazionale Milano spa) aspettano un anno, un anno, ovvero il 6 novembre 2020 (tenete presente la data) presentano alla Amministrazione Comunale “una serie di elaborati progettuali finalizzati all’aggiornamento della proposta” del luglio 2019. La parola “aggiornamento” è stupenda e vedremo perché.

Tredicesima cosa. Ma novembre 2020 è troppo vicino alle elezioni della primavera 2021 e allora silenzio, anche perché il Sindaco si è convertito dal “socialismo del XXI secolo” all’”ambientalismo europeo” e come fa a presentare l’affare San Siro in campagna elettorale? Senonché, spostano le elezioni a ottobre e la consegna è quindi non si deve parlarne fino a dopo le elezioni. “Il vaso vuoto è anche il più sonoro” scrive Shakespeare nell’”Enrico V” (4.4.).

Quattordicesima cosa. Nel programma elettorale del Sala candidato Sindaco –  fatto proprio da ben  otto liste che lo hanno appoggiato, dal PD ai Verdi – di San Siro non si parla: neanche una riga! Tabù. Ma il silenzio è di per sé un atto di accusa: non è una cosa di cui vantarsi in campagna elettorale. Ma ecco, che,  un mese dopo le elezioni (3-4 ottobre), il tempo appena di insediare la nuova giunta nominata dal sindaco, ecco che si adotta una nuova delibera di “interesse pubblico” in Giunta ovviamente: siamo al 5 novembre 2021. Esattamente un anno dopo la presentazione dell’”aggiornamento” ecco che il Sindaco presenta l’accordo “hanno accettato lo 0,35, ho ottenuto il massimo!” Due balle, la prima, perché lo ‘0,35 è il massimo previsto dagli strumenti vigenti e quindi il Sindaco si è fatto bello di quello che è il massimo previsto dalle norme approvate dal Consiglio Comunale; la seconda, perché le società avevano presentato un progetto che andava ben oltre questo indice.

Quindicesima cosa. Le due società infatti avevano presentato un documento che se ne faceva un baffo delle “condizioni e prescrizioni” richieste dal Comune. Il Sindaco avrebbe dovuto difendere la dignità della istituzione e dire ai due furboni che era inaccettabile che presentassero delle proposte ignorando quanto previsto dalla delibera.  Invece ancora una volta il  sindaco fa finta di niente ed è come se si ricominciasse da capo nel gioco dell’oca e  dichiara “l’interesse pubblico” di una proposta inaccettabile, non a detta del sottoscritto, ma degli uffici comunali.

Sedicesima cosa. In  primo luogo, a novembre 2020 “la proposta aggiornata comporterebbe Variante rispetto alle previsioni contenute nella Grande Funzione Urbana San Siro dal momento che viene previsto tra l’altro l’insediamento di 145.000 mq. corrispondenti a un indice di edificabilità territoriale pari a 0,518 mq/mq.”, quindi si ripete che le condizioni necessarie per ottenere i successivi atti di assenso sul progetto stesso sono “l’adeguamento dell’indice di edificabilità territoriale a quello massimo previsto dal PGT approvato con riferimento alla Grande Funzione Urbana  pari a 0,35 mq./mq , fermo restando che servizi e/o attrezzature di interesse pubblico/generale convenzionate non concorrono alla determinazione della superficie lorda”.  Naturlmente si chiede un piano economico e finanziario adeguato, e di riconfigurare il Meazza e di ampliare il verde.

Diciassettesima cosa. Le due società hanno anche fatto un capolavoro che solo i malvagi “velinari” potevano esaltare come un grande successo: “la quota di superficie lorda pari a 46.679 mq che eccede l’indice territoriale unico previsto dal PGT pari a 0,35 mq(mq è la quota di volumetria che i proponenti propongono di realizzare a fronte dei costi sostenuti per la rifunzionalizzazione  dello Stadio Meazza (ovvero la demolizione n.d.r.) che ammontano complessivamente a 79,9 milioni (di cui 68,7 milioni per i lavori, e 11 milioni di costi professionali e altre spese”. 80 milioni per demolire il Meazza e pagati con le volumetrie richieste al Comune: a Milano dicono che hanno la faccia come il…! Di fronte a tanta faccia tosta, appare più che mai legittimo far risparmiare 80 milioni, evitando la demolizione del Meazza.

Diciottesima cosa.  In sostanza, il Sindaco e la Giunta fanno finta (sbagliando de iure e de facto)  che le due società abbiano risposto positivamente alle prescrizioni e condizioni  richieste dagli uffici. In realtà le costruzioni ridotte da 165.000 a 145.000 mq.  richiedono ancora una variante che è di competenza del Consiglio Comunale, dove il Sindaco non vuole andare  per non dimostrare che non ha più la maggioranza delle elezioni.   Si dimenticano  anche che la “Direzione patrimonio immobiliare” non ritiene congrui gli importi proposti dalle due società per il diritto di superficie novantennale  e ritiene non congrua la stessa rata annua in esame.

Diciannovesima cosa, La delibera di novembre 2021 viene fatta senza che sia stato prodotto il progetto del nuovo stadio. Curioso, eh! L’interesse pubblico su che cosa è,  dunque? Senza un progetto di stadio! Hanno considerato normale che le società non indicassero il progetto di stadio e ignorassero le prescrizioni e le condizioni poste per la definizione di “interesse pubblico”: con ciò confermando, peraltro, il convincimento che l’oggetto del pubblico interesse non è la realizzazione di un impianto sportivo, ma esclusivamente e prioritariamente la realizzazione di un colossale intervento edilizio nella zona prescelta, con una evidente inversione, rispetto a quello normativamente previsto, tra l’oggetto principale dell’intervento (l’impianto sportivo) e le attività accessorie e funzionali (l’attività edilizia).

Ventesima cosa. E allora ecco, il colpo di scena, strombazzato da compiacenti giornali, sotto Natale:  il rendering della valle verde “Somewhere over the rainbow”.  Io sono per multare tutti quelli che presentano rendering che alla prova dei fatti si dimostrano fasulli. Andate a vedere quello di City Life e avrete una palpabile dimostrazione di quello che diceva il mio professore di università: ci sono  tre modi per non dire la verità, la bugia, la menzogna, la statistica, e io aggiungerei, i rendering.

Ventunesima cosa. La farsa è che si vorrebbe far discutere la Commissione Rigenerazione Urbana (sic!) , dopo la riunione del 22 dicembre, su un progetto, su studi di fattibilità e  su un piano economico finanziario che non sono stati ancora presentati al Comune. Due anni e sei mesi dopo l’avvio di questa operazione “indispensabile” per le squadre di calcio !

Conclusione. Trovo imbarazzante che  il Sindaco si metta a fare gli interessi delle società, anzi, che sia preoccupato se  le due società agitano la “minaccia”  di andarsene fuori di Milano.  Preoccupazione a dire poco inconsistente: perché le società non vogliono tirare fuori soldi di tasca propria per comprare aree e farci lo stadio. Il Sindaco farebbe bene a ritirare le delibere del 2010 e del 2021, per la dignità del Comune, degli uffici comunali e della istituzione. E farebbe bene a dire che lo Stadio Meazza in San Siro rimane un simbolo di Milano per i decenni a venire, anche quando il fondo Elliott e la società Suning non saranno più a Milano.

Paolino Casamari

(domenica 9 gennaio 2022)

2 thoughts on “C’è qualcosa di strano nella vicenda San Siro”

  1. andrea bianchi ha detto:
    Gennaio 10, 2022 alle 5:34 pm

    Analitico, concreto e a prova di scemo…..Chi invece non fa suo quanto sopra o è spinto da interessi personali, inclusi anche quelli non necessariamente torbidi come salvare lo stipendio e/o la poltrona o è un rincoglionito ideologo che vede nel Sindaco il suo Leader Maximo, .

    Rispondi
  2. Lucia Pizzo ha detto:
    Gennaio 10, 2022 alle 9:02 pm

    Ottimo articolo.

    Rispondi

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