Confesso che questa mi mancava. Non avevo mai visto che un’azienda privata, una s.r.l., chiedesse le dimissioni di una autorità di vigilanza. Una società privata parla di “attacco politico”: non vi pare una anomalia ? Ma che un personaggio, di modesta levatura, sopravvalutato dai media, si permetta dire che “voi giornalisti avete ricevuto (la lettera dell’Autorità) con qualche giorno di anticipo” non la trovate un’altra anomalia? Più che il “governo del cambiamento”, mi pare il “governo dello stravolgimento” delle regole.
Ora, è bene ricordare che da anni l’Autorità di vigilanza sulla privacy ha sollevato problemi sulla affidabilità della piattaforma Rousseau. Adesso che la Casaleggio s.r.l. viene sanzionata con una multa, si scatena un attacco furibondo sulla indipendenza del Garante, che è lì da sette anni.
Non credo sia l’entità della multa (50.000 euro) a far sbraitare il duo proprietario della piattaforma e del partito Di Maio-Casaleggio: incassano sei milioni dai parlamentari, quindi la multa è una quisquilia e, se il Garante voleva, come dicono loro, fare un favore politico, poteva picchiare molto più duro. Il Garante Antonello Soro ha risposto all’affondo di Casaleggio: «Se il dottor Casaleggio ha rilievi da muovere può ricorrere, come previsto dalla legge, al giudice ordinario».
Forse quello che gli dà fastidio è il fatto più vero, e già dichiarato da tanti esperti del settore informatico: la dichiarazione che, «pur avendo migliorato in modo significativo gli aspetti di sicurezza», rimangono «importanti vulnerabilità». Ovvero che la piattaforma non è affidabile, non tutela la privacy dei dati, non vi è certezza del corretto funzionamento e dei risultati. Si potrebbero riportare le pagine scritte da Jacopo Jacoboni ne “L’esperimento” e nel suo ultimo, pregevole libro “L’esecuzione”. Ve li consiglio, anche per conoscere bene le frequentazioni del suddetto Casaleggio e dei suoi accoliti. Qualcuno si ricorderà anche l’avvocato Luigi Lanzalone, arrestato a Roma, e superconsulente delle 5S e presidente della romana Acea, il quale Lanzalone dichiarava di non conoscere Casaleggio.
“La sera prima di essere arrestato era a cena proprio con lo «sconosciuto» Casaleggio, al centro di Roma, per discutere di nomine e posti nel governo e nelle partecipate, Rai inclusa: un ricco bottino di poltrone su cui la s.r.l. di Milano intende avere voce decisiva in capitolo. – scriveva Laura Cesaretti sul “Giornale” il 15 giugno 2018 – Con la consulenza di Mr Wolf. Ma c’è di più: a Lanzalone e alle sue competenze tecnico-legali si deve l’ambiguo assetto interno del partito: «È stato lui – scrive Marco Canestrari, ex collaboratore di Casaleggio senior e autore del libro-denuncia “Supernova” – a scrivere il nuovo Statuto del Movimento Cinque Stelle e quindi a consegnare, di fatto, a Davide Casaleggio il potere negoziale e di condizionamento di cui gode nel Movimento; e, soprattutto, la possibilità di raccogliere dai parlamentari M5S, nell’arco della legislatura, quasi sei milioni di euro per la sua associazione privata, Rousseau».”
Se, dunque, si mettono assieme tutte queste cose, diciamo molto anomale, di commistione fra una società privata e un partito politico presente in Parlamento, e si aggiungono i regolamenti dei gruppi parlamentari delle 5S, c’è ampia materia per una commissione parlamentare per verificare se esistano atti e comportamenti diretti ad impedire, in tutto o in parte, o a condizionare dall’esterno l’esercizio delle attribuzioni e delle prerogative conferite dalla legge al Parlamento e al Governo.
Partito Democratico e Forza Italia e le altre forze di opposizione dovrebbero muoversi, insieme, per presentare la proposta di costituzione di una commissione che esamini l’opera di una società privata che agisce per condizionare il funzionamento delle istituzioni, per determinare e influenzare fortemente il comportamento e il modo di agire dei deputati e dei senatori e per limitare la volontà e la libertà d’azione dei parlamentari.
Sto parlando di una palese violazione della Costituzione, dei regolamenti della Camera e del Senato e delle norme europee:
“i deputati votano individualmente e personalmente. Essi non possono essere vincolati da istruzioni né ricevere mandato imperativo. Qualsiasi accordo sulle modalità di esercizio del mandato è nullo”
Luigi Corbani